Dalla droga alle elezioni, gli interessi del clan Maiolo-Manno nel Milanese: condanne fino a 12 anni

Le mani del clan anche su infiltrazione nei business, sul trasporto salme in piena pandemia e sull’inquinamento delle competizioni elettorali
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Dieci condanne a pene comprese tra i 4 anni e 8 mesi e i 12 anni e 8 mesi di reclusione. Si è chiuso così – come riporta l’ANSA – in primo grado, con rito abbreviato, ossia con lo sconto di un terzo, il processo milanese al clan della ‘Ndrangheta dei Maiolo-Manno che, tra le altre cose, avrebbe fornito appoggio nel 2021 ad un candidato sindaco, non eletto, del centrodestra a Pioltello, nel Milanese. L’inchiesta, con arresti eseguiti lo scorso dicembre nell’indagine coordinata dai pm della Dda Paolo Storari e Stefano Ammendola e condotta dalla Polizia di Stato, aveva messo in luce come l’organizzazione criminale operasse sia nelle forme “classiche”, per esempio il traffico di droga, armi, richieste di pizzo, intimidazioni e usura, sia con quelle più sofisticate come l’infiltrazione nei business, con la creazione di “serbatoi di manodopera” e gli “affari” sul trasporto salme in piena pandemia, e l’inquinamento delle competizioni elettorali.

Le condanne

Le condanne

Oggi il gup Anna Calabi ha condannato Cosimo Maiolo, 58 anni presunto boss della locale, sorta di “feudo indiscusso”, di Pioltello, a 12 anni e 8 mesi e i suoi tre figli Salvatore (10 anni e 8 mesi), Antonio (8 anni e 8 mesi) e Omar (6 anni), il fratello del presunto boss, Damiano (9 anni e 2 mesi) e il nipote Giovanni (8 anni e 10 mesi). Condannati anche gli altri imputati, tra cui Luca Del Monaco (10 anni e 10 mesi) e Fabio Ferrera (7 anni e 9 mesi).
Disposta per alcuni imputati, tra cui Cosimo Maiolo, anche la misura di sicurezza “dell’assegnazione ad una casa di lavoro” per 3 anni. Il presunto capo ed altri sono stati pure condannati “al risarcimento dei danni a favore dell’associazione Wikimafia aps” con 17mila euro “a titolo di provvisionale immediatamente esecutiva”.
Confiscati numerosi immobili tra Pioltello, Peschiera Borromeo e Spino d’Adda e due Jaguar. Le accuse a vario titolo erano di associazione mafiosa, coercizione elettorale, traffico di droga, tentata estorsione, tentato omicidio e altri reati tutti aggravati dal metodo mafioso. Cosimo Maiolo era già finito in carcere nello storico blitz “Crimine-Infinito” del 2010 e condannato ad oltre 11 anni.

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