Dalla vittoria del campionato all’incontro con il Papa, giornata memorabile per la Saint Michel di Gioia Tauro (FOTO-VIDEO)

Da Gioia Tauro in Vaticano per incontrare il Santo Padre: momento indimenticabile per la squadra del presidente Don Gaudioso Mercuri

“Quando parliamo di “Saint Michel”, parliamo di un progetto nato dal cuore di un sacerdote, che rappresentando i preti di tutta Italia, presso lo Stadio Olimpico di Roma, il 1° giugno del 2014, alla presenza del Santo Padre Francesco, ha espresso le attese di una Chiesa fatta di giovani e che ha necessità di risposte da Parte dei pastori. Papa Francesco in quell’occasione rivolgendosi ai giovani disse: «Gesù è come un allenatore di calcio, un coach che vuol tirare su una squadra di campioni (della fede) trasformandoli in veri e propri “atleti di Cristo”. Egli ci chiede di giocare nella sua squadra». Una metafora in questo caso divenuta realtà”. E’ quanto si legge in un comunicato stampa.

La genesi

La genesi

“L’esordio della “Saint Michel” avviene nella stagione 2015/2016 quando viene iscritta al campionato di prima categoria una squadra formata da giovani residenti nella piana di Gioia Tauro, che in vario modo subiscono le molteplici piaghe sociali del territorio e le conseguenti difficoltà, ma che come molti giovani loro coetanei, sono disposti ad attuare un nuovo percorso, partendo da un modo innovativo di fare sport, che diventasse esempio di vita per ciascuno.   Fin dall’inizio, chi entrava a fare parte della “Saint Michel” sapeva di dover intraprendere un percorso di cambiamento, fatto di norme fondamentali da osservare e attuare dentro e fuori dal campo di calcio. Il calciatore di questa squadra, abbracciando  il progetto di fede, sport e legalità, avrebbe assunto soprattutto,  un nuovo stile di vita permeato di lealtà e  rispetto reciproco.

I valori della Saint Michel

“La “Saint Michel” propone, un’etica morale al singolo individuo, la lotta alla blasfemia, il rispetto verso gli avversari, verso l’arbitro e ovviamente verso compagni stessi, con il proposito che il comportamento corretto, adottato nel fare sport, diventi uno stile di vita nella quotidianità dell’atleta.
Questo cocktail di buoni propositi ha dato sin da subito ottimi risultati, basti pensare che nella stagione d’esordio “la Saint Michel” vinse il campionato e, cosa ancora più importante, conquistò la coppa disciplina, obbiettivo molto difficile da raggiungere in uno sport rude come il calcio, dove il forte l’agonismo ed il rispetto delle regole generalmente non sono facilmente compatibili tra di loro, persino ad alti livelli. La  squadra “Saint Michel” negli anni a seguire ha proceduto con il proprio ruolo vittorioso che l’ha condotta fino a raggiungere “la prima categoria”, per essere sempre stata  protagonista nei vertici di classifica, oltre  che a contraddistinguersi per il modo di fare calcio. Dopo il periodo Covid che ha condizionato i campionati oltre che l’aspetto  progettuale, ci si è  soffermati a lavorare in modo più incisivo per la crescita della squadra, credendo che essa, disputando i campionati di categorie superiori, avrebbe  dato maggiore visibilità al Progetto innovativo/ propositivo nel suo genere di “Sport e Fede”,   mediante la risonanza mediatica”.

La vittoria del campionato

Il campionato appena concluso in prima categoria ha visto la “Saint Michel” primeggiare sin da subito, è stato un crescendo di vittorie che ha portato la squadra del presidente Don Gaudioso Mercuri a vincere prima la coppa Calabria, poi il Campionato, in un torneo dove erano presenti diverse società storiche e blasonate del calcio Calabrese; questo ha dato ancora più valore ai titoli conquistati.
Oltre questi traguardi che hanno dimostrato la forza dal punto di vista tecnico della “Saint Michel” essa ha inoltre ha  conquistato la Coppa Disciplina nel proprio girone, a dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dalla società nel raggiungere gli obiettivi progettuali, ma soprattutto da parte degli atleti e di ogni altro componente della società che ha dato prova di come sia possibile fare sport in modo corretto in una realtà difficile come nel calcio dilettantistico.

La soddisfazione più grande è stata data proprio dai giocatori che nonostante gli anni di esperienza nel calcio, le presenze in squadre blasonate e di categorie superiori, si sono dichiarato di essere soddisfatti di quanto realizzato in una sola stagione nella “Saint Michel”, identificando la squadra come una grande famiglia all’interno della quale si evolve il processo di maturazione personale e collettiva, arricchendo il proprio bagaglio di vita. La stagione calcistica per “la Saint Michel” non è ancora ultimata, il 28 maggio sarà protagonista nella finale di Super Coppa alla ricerca dell’ennesimo titolo stagionale, prima di dedicarsi a quella che sarà la prossima avventura nel campionato di promozione. 

Sport e fede

La squadra “S. Michel” unisce lo sport con la fede, si distingue dalle altre per le sue esperienze formative dal punto di vista spirituale educativo e umano, e come tale deve essere recepito, pertanto i calciatori di questa squadra oltre all’ attività sportiva, hanno la possibilità di fare esperienze nel sociale aventi lo scopo di sensibilizzare l’attenzione sulla sofferenza umana esistenziale. Ogni anno infatti vengono organizzate visite agli ospedali soprattutto pediatrici, come quello di Catanzaro, alle carceri minorili di Catanzaro e Palmi, al Centro di accoglienza per malati di AIDS di Castellace (R.C.), attività di volontariato e caritative, si sono svolte partite di calcio al campo sportivo gioiese che hanno visto protagonisti fanciulli portatori di handicap . In questi luoghi si comprende il valore della vita, della salute, dell’amore caritatevole che allieta lo spirito di chi soffre, specialmente i bambini che vedono nel calciatore il proprio immaginario sportivo. Nel corso degli anni non sono mancati convegni da magistrati e esperti  sul tema  “i giovani, la legalità e il territorio”, per avvicinare le nuove generazioni alla conoscenza delle leggi vigenti per una maggiore  consapevolezza dell’importanza della libertà individuale e di un futuro migliore.  

Ci si rafforza nel sapersi relazionare con il mondo e nel mondo. Si acquisisce consapevolezza dei beni prioritari perché essenziali per vivere, del sentimento di gratitudine verso Dio per i doni ricevuti ed essere solidali per chi vive nella sofferenza spirituale, nel dolore fisico ed in condizione al limite della sopravvivenza. Inoltre, mensilmente partecipano alle catechesi dettate dall’assistente spirituale, ed al una realtà da attenzionare nel panorama calcistico calabrese e non solo, una vera famiglia dove vivere lo sport, senza trascurare i sani valori etici, cristiani, culturali.le celebrazioni dei tempi forti. Insomma, è una squadra che non si fa mancare nulla,  e “dulcis in fundo”  rimangono prioritarie e memorabili le esperienze che il Presidente ,don Gaudioso, ha sempre desiderato far vivere alla squadra nel corso degli anni: la partecipazione all’Udienza generale del Santo Padre il quale ha rivolto  sempre un  saluto cordiale alla squadra impartendo la sua santa benedizione. Occupano un posto significativo  anche le magnifiche catechesi tenute dal Cardinale Comastri. Infine rimane nei nostri cuori la recente Udienza di mercoledì 10  maggio c. m. che ha permesso a tutti i giocatori e dirigenti  di posare una foto ricordo con  Papa Francesco che ha trasmesso la sua profonda vicinanza spirituale, mostrando una viva attenzione ed interesse verso ciascuno e verso lo sport calcistico.

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