“Tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine e, insieme a loro, tutte le altre categorie di lavoratori, che sono rimasti gravemente danneggiati dopo il vaccino e sono oggi malati cronici, impossibilitati a lavorare, devono avere, se ne fanno richiesta, l’immediato riconoscimento della causa di servizio, dello stato di invalidità/inabilità al lavoro con il conseguente diritto alla pensione, regolare, senza alcuna decurtazione o altro tipo di limitazioni”. Lo chiede alla premier Giorgia Meloni e al governo il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, dopo la denuncia del segretario generale provinciale Cosap Torino del sindacato di polizia e vicepresidente nazionale Osa(Operatori sicurezza associati), Luca Cellamare, che ha reso noto che “sono almeno 10.000 i suoi colleghi ammalatisi dopo il vaccino Covid e 50.000 i danneggiati tra agenti e appartenenti ai corpi militari”.
“Dare assistenza alle vittime delle reazioni avverse”
“Dare assistenza alle vittime delle reazioni avverse”
“Lo Stato ha il dovere adesso, – dice Corbelli – dopo aver imposto l’obbligo della vaccinazione, di non abbandonare e di aiutare tutti questi agenti ad avere una vita dignitosa. Chi di loro per i gravi effetti collaterali subìti non può più lavorare deve vedersi immediatamente riconosciuti la causa di servizio e il diritto alla pensione. Adesso la priorità è dare assistenza medica e supporto economico a tutte le vittime delle gravi reazioni avverse. Questo deve fare un Paese civile. E’ giusto e doveroso farlo! Tutti questi operatori delle forze dell’ordine, che hanno avuto questi gravi problemi di salute dopo il vaccino che hanno dovuto fare per poter continuare a lavorare e godere di tutti gli altri diritti, devono essere sostenuti in questo lungo, difficile e sofferto nuovo percorso”.
“Lavoratori a rischio licenziamento”
A giudizio di Cerbelli, “si deve intervenire subito. Tanti di loro, ultimati permessi e periodo di malattia, rischiano addirittura, come viene spiegato nell’intervista a La Verità del poliziotto sindacalista, se non hanno la diagnosi per reazioni avverse e non si presentano regolarmente ogni giorno al lavoro, anche di essere licenziati e perdere il posto perché considerati assenti non giustificati. Sarebbe – conclude – una ingiustizia e una disumanità che devono essere assolutamente, e subito, scongiurate e cancellate”.