Davide Ferrerio, la mamma del giovane pestato a Crotone si sfoga: “Lo accarezziamo ma non c’è più speranza”

Una tragedia che "si sarebbe potuta evitare", ha aggiunto mamma Giusy, e quel che è peggio è che "Davide non ha ottenuto giustizia"
davide ferrerio crotone

A un anno dalla tragica sera in cui Davide Ferrerio, giovane bolognese appena 20enne, è stato brutalmente pestato a Crotone per un tragico scambio di persona, la mamma, Giusy Orlando, si sfoga al Corriere della Sera e condivide tutta la sua disperazione, confessando di star perdendo lentamente le speranze di rivedere gli occhi aperti di suo figlio. “Il mio principe se l’è portato via quella maledetta città dove io stessa sono cresciuta. Proprio lei mi ha preso un figlio, un figlio innocente”, e ancora, “Lo accarezziamo, lo supplichiamo di tornare. Non c’è più speranza”.

Il padre: “Ingiustizia assurda e disumana”

Il padre: “Ingiustizia assurda e disumana”

“Un anno che è stato peggio di un inferno. La nostra vita è piombata così, da un momento all’altro, mentre eravamo in vacanza, nell’ingiustizia più assurda e disumana che possa esistere”. Queste le parole di papà Massimiliano, che ha ripercorso i 12 mesi da quando il figlio è stato pestato, mentre aspettava un amico per andare in pizzeria, ma senza avere colpe, per un inconcepibile scambio di persona. “Un anno scandito da ospedale, casa, pianti, disperazione, non voglia di vivere – ha aggiunto -.  A volte spero sia un incubo, o di essere diventato pazzo io, ma quando mi alzo e vedo che Davide non è nella sua stanza vengo riportato alla realtà”.

“Si sarebbe potuto evitare, e quel che è peggio è che non c’è stata giustizia”

“Fino a dieci minuti prima dell’aggressione, quella tragedia incomprensibile, mio figlio era lì, bello come il sole, ma è andato incontro al suo carnefice – ha ricordato ancora Giusy Orlando – Gli è apparso un mostro davanti, che gli si è accanito contro senza dargli possibilità alcuna. Non ha avuto scampo, nemmeno l’opportunità di parlare, di dire di essere di Bologna e di non avere nulla a che fare con quella storia. Sappiamo che se ne sono accorti benissimo di non avere di fronte la persona che cercavano. Si poteva evitare tutto, sarebbe bastata una domanda: ‘Sei tu che scrivi i messaggi alla ragazza?’. Sarebbe bastato verificare il cellulare e invece hanno portato a termine una spedizione mortale, stroncando la vita di un ragazzo pieno di progetti. Un dolore ancora più grande perché Davide non ha ottenuto giustizia – ha aggiunto la mamma di Davide – L’aggressore uscirà dal carcere anche prima di aver scontato tutti e 20 gli anni, potrà crearsi una famiglia, avere dei figli. Ciò che invece è stato negato a Davide. Un mostro che si è preso il diritto di togliere la vita a mio figlio e ha avuto anche il coraggio di dire che se avesse voluto ucciderlo subito si sarebbe portato dietro una pistola o un coltello. È stato premiato, come è stata premiata la ragazza e non solo”.

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