Davide Ferrerio pestato in Calabria, disposta la messa in prova della ragazza

La giovane è accusata di concorso anomalo nel tentato omicidio di Ferrerio. Il gup ha dato incarico agli assistenti sociali di predisporre un piano di recupero per la ragazza
davide ferrerio crotone

Il giudice dell’udienza preliminare presso il Tribunale dei minori di Catanzaro ha disposto la messa in prova di Martina Perugino, la ragazza crotonese, all’epoca dei fatti non ancora maggiorenne, coinvolta nell’aggressione al 23enne bolognese Davide Ferrerio, avvenuta l’11 agosto dello scorso anno a Crotone e da allora in coma irreversibile. La giovane è accusata di concorso anomalo nel tentato omicidio di Ferrerio, del quale risponde il suo spasimante Nicolò Passalacqua, 23enne di Colleferro, insieme alla madre Anna Perugino e al suo compagno Andrej Gaitu oltre che ad Alessandro Cutro, il reale destinatario della spedizione punitiva che con le sue indicazioni indirizzò il gruppo sull’incolpevole ragazzo bolognese, picchiato per un errore di persona. 

Incarico di predisporre un piano di recupero per la ragazza

Incarico di predisporre un piano di recupero per la ragazza

Il gup Emanuela Folino ha dato incarico agli assistenti sociali di predisporre un piano di recupero per Martina Perugino che sarà presentato in aula il prossimo 7 giugno. Alla decisione del giudice si era opposto il procuratore dei minorenni Maria Alessandra Ruberto, sostenendo che la ragazza anche dopo l’aggressione non abbia cambiato atteggiamento e non abbia recepito la gravità della situazione, tanto che durante la detenzione in casa famiglia è stata trovata in possesso di un telefonino.

L’opposizione della famiglia di Davide Ferrerio

Alla messa in prova si era opposto anche l’avvocato Fabrizio Gallo, che assiste la famiglia di Ferrerio insieme al collega Gabriele Bordoni, affermando che la ragazza non ha mai preso coscienza di quello che ha fatto, non ha mai chiesto scusa e crede di non avere fatto nulla e questo contrasta con il percorso rieducativo. Gallo ha ricordato che Perugino già quando aveva 14 anni face picchiare dai suoi familiari il ragazzo con il quale conviveva e che l’aveva lasciata, mentre ora il nuovo pestaggio ha provocato quasi la morte di Davide. Il giudice ha tuttavia accolto la richiesta del difensore di Perugino, l’avvocato Aldo Truncè, a detta del quale la ragazza ha bisogno di un processo di aiuto e di adeguamento della sua capacità di comprendere quello che è successo. La richiesta di aiuto, che lei stessa ha sventolato in aula, è stata recepita.

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