Le forze politiche si dividono sul ddl sull’Autonomia differenziata approvato dal Consiglio dei ministri. “Questo voto in Consiglio dei ministri sulla riforma Calderoli è curioso – attacca il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, nel suo intervento al congresso della Cgil Campania – perchè il Parlamento arriverà a discuterne forse tra sei mesi o un anno, quindi hanno fatto una sceneggiata, senza condividerla con noi, perchè prima delle Regionali in Lombardia hanno bisogno di dare uno scalpo alla Lega”.
“Molta gente parla di autonomia senza sapere neanche di cosa sta parlando – aggiunge il candidato alla segreteria del Pd – per essere assegnata, infatti, non basta che una Regione trovi un accordo con il Governo, ma occorre che il Parlamento approvi la riforma a maggioranza qualificata di Camera e Senato. È un pasticcio clamoroso, per questo bisogna dire ‘no e mobilitarsi nel Paese”.
“Molta gente parla di autonomia senza sapere neanche di cosa sta parlando – aggiunge il candidato alla segreteria del Pd – per essere assegnata, infatti, non basta che una Regione trovi un accordo con il Governo, ma occorre che il Parlamento approvi la riforma a maggioranza qualificata di Camera e Senato. È un pasticcio clamoroso, per questo bisogna dire ‘no e mobilitarsi nel Paese”.
“Scempiaggini della Lega”
Nettamente contrario anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra: “C’è poco da girarci intorno: con l’approvazione dello Spacca Italia, il partito della Meloni ha ceduto alle scempiaggini della Lega, che finalmente potrà impugnare la bandierina dell’autonomia delle regioni.
“Disegnano un’Italia in cui i diritti non esisteranno – prosegue il leader di SI – e in cui devi pregare di nascere in alcune aree del Paese. E attenzione, il problema non riguarda solo il Sud, ma anche molte aree e province del Centro-Nord. Mi fa impressione che il via libera arrivi proprio da chi si è per anni riempito la bocca della parola Patria. Altro che patrioti, Fratelli di mezza Italia”.
“Assunzione di responsabilità”
Sul fronte opposto, la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, secondo la quale “con il testo approvato giovedì questo governo sceglie l’assunzione di responsabilità, la modernità e l’efficienza, senza squilibrare il rapporto fra le regioni del Nord e del Sud, con cittadini di serie A e cittadini di serie B. Ci saranno benefici per tutti, non solo per le regioni più ricche”.
“Per quanto riguarda i Lep – ha proseguito Ronzulli – è importante che siano definiti, rappresentano la base da cui partire per arrivare all’autonomia. Il fatto che verranno tenute in conto le prerogative del Parlamento per migliorare ulteriormente il provvedimento, è positivo e grazie al lavoro di sintesi svolto da Forza Italia, abbiamo anche cancellato ogni riferimento alla spesa storica. Per ottenere un maggiore equilibrio abbiamo fatto in modo che venisse prevista la garanzia della definizione dei diritti sociali e civici, i Lep, per l’appunto, introducendo l’imprescindibile funzionamento della perequazione”.
“Sburocratizzazione del Paese“
Ronzulli è convinta che questa riforma porterà a una “sburocratizzazione del Paese, che è una delle battaglie storiche del presidente Berlusconi. Obiettivo che vale ancor di più nelle regioni meridionali. Ogni anno, ad esempio, circa 200mila italiani raggiungono la Lombardia e altre regioni per sottoporsi a interventi chirurgici. Ogni persona ha diritto di curarsi vicino a casa e non a centinaia di chilometri di distanza. è ora di porre fine a questi ‘viaggi della speranzà, garantendo a tutte le Regioni risorse e strumenti per gestire i servizi essenziali, iniziando dalla sanità”.
Plaude al ddl la Lega, che ha visto accolto un suo cavallo di battaglia: “Chiamiamo l’autonomia federalismo – ha affermato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, parlando, a Radio24, – perchè alla fine è federalismo e forse dà meno fastidio ad alcuni. Il federalismo o lo facciamo per scelta o lo faremo per necessita. Diamo una mano al Sud a crescere. Se siamo i primi sui servizi non è perchè abbiamo avuto più soldi”. (Agi)
Cos’è l’autonomia differenziata?
L’autonomia differenziata – è scritto su Wired – non è altro che il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione a una regione a statuto ordinario di autonomia legislativa sulle materie di competenza concorrente e in tre casi di materie di competenza esclusiva dello Stato. Insieme alle competenze, le regioni possono anche trattenere il gettito fiscale, che non sarebbe più distribuito su base nazionale a seconda delle necessità collettive.
Le materie legislazione concorrente comprendono i rapporti internazionali e con l’Unione europea, il commercio con l’estero, la tutela e sicurezza del lavoro, l’istruzione, le professioni, la ricerca scientifica e tecnologica, la tutela della salute, l’alimentazione, l’ordinamento sportivo, la protezione civile, il governo del territorio, i porti e gli aeroporti civili, le grandi reti di trasporto e di navigazione, la comunicazione, l’energia, la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, la cultura e l’ambiente, le casse di risparmio e gli enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
La concessione di “forme e condizioni particolari di autonomia” alle regioni a statuto ordinario sono previste dal terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, che sottolinea come possano essere attribuite “con legge dello Stato su iniziativa della regione interessata”. Questo comma però non è mai stato stato attuato, soprattutto a causa delle grandi differenze economiche e sociali tra regioni, che rendono particolarmente delicata, e potenzialmente dannosa, l’approvazione di leggi in questo senso.
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