Ferdinando Laghi e Antonio Lo Schiavo, i consiglieri regionali eletti tra le fila della coalizione di Luigi de Magistris, “non faranno inciuci e saranno il collegamento istituzionale con movimenti, associazioni, cittadini, con la coalizione e con me che rappresento il punto di partenza di questo percorso politico”. Queste le dichiarazioni dell’ex sindaco di Napoli nel corso di un incontro pubblico con militanti, associazioni, sindacati e cittadini al Palacultura di Rende.
Il nuovo soggetto politico e le prossime tappe elettorali
Il nuovo soggetto politico e le prossime tappe elettorali
De Magistris la chiama la “fase costituente” che parte dalle esperienze di Napoli e della Calabria e punta a “costruire l’identità di questo nuovo soggetto politico, capendo chi siamo, dove andiamo e cosa vogliamo”. Il “Polo civico” dunque “sta già lavorando alacremente in parecchi comuni in cui si voterà a breve, in particolare a Catanzaro, capoluogo di Regione, dove i nostri militanti stanno già facendo un lavoro ottimo”. De Magistris è uscito anche allo scoperto rispetto al suo immediato futuro: “Mi auguro di essere presente anche negli altri comuni, per poi esserci, assolutamente, alle politiche del 2023. Dedicherò i prossimi mesi, insieme a voi e agli altri che si uniranno, per creare un’organizzazione politica che possa rappresentare l’esigenza, non solo nostra ma di tanti, di costruire quell’alternativa costituzionale tanto necessaria al nostro Paese, che pensa ai diritti, all’ambiente, alla questione morale, alla fratellanza, alle fragilità”.
Il dissenso rispetto al governo Draghi
“Qualcuno – ha detto ancora de Magistris – vuol far pensare che non si può dissentire, che i giovani sono un problema, che la cultura è intrattenimento, che ci dobbiamo rassegnare perché se dici qualcosa di diverso da Draghi non hai lo spazio nei telegiornali, che tutti dicono ‘Viva Draghi’. Ma queste sono le cose che durano il tempo necessario. Quindi noi dobbiamo impegnarci a costruire qualcosa che a noi piace di più, che è quello di stare vicino ai deboli, ai bisogni, alle lotte, quando è necessario. Non dovremo mai essere un pensiero unico. Collegialità, collettività e lavoro per coinvolgere il più persone possibile, con le periferie, il popolo, i beni comuni. Siamo una bellissima collettività – ha concluso – e sono orgoglioso di essere stato l’intuitore di come potevamo mettere in così poco tempo insieme chi insieme non era mai stato”.