Decreto Rilancio, Guccione: “Una svolta importante”

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“Il Decreto Rilancio approvato ieri nel corso del Consiglio dei ministri, nella parte che riguarda la sanità, opera una svolta importante, non solo in termini di risorse finanziarie, collocando dopo tanti anni al centro del sistema la sanità territoriale e l’assistenza domiciliare integrata.

Questo Decreto autorizza le Regioni ad adottare piani di potenziamento e di riorganizzazione della rete assistenziale territoriale. Le Aziende sanitarie, tramite i distretti, devono così aumentare le attività di assistenza domiciliare integrata per il monitoraggio e la cura non solo dei malati Covid in isolamento domiciliare, ma anche per le persone con malattie croniche, per quelle non autosufficienti, che hanno disturbi mentali e per coloro che si trovano in una situazione di fragilità. Per queste ragioni, per rafforzare la nostra rete territoriale, le Regioni sono autorizzate a incrementare la spesa per il personale.” Lo afferma Carlo Guccione, Consigliere regionale PD.

Questo Decreto autorizza le Regioni ad adottare piani di potenziamento e di riorganizzazione della rete assistenziale territoriale. Le Aziende sanitarie, tramite i distretti, devono così aumentare le attività di assistenza domiciliare integrata per il monitoraggio e la cura non solo dei malati Covid in isolamento domiciliare, ma anche per le persone con malattie croniche, per quelle non autosufficienti, che hanno disturbi mentali e per coloro che si trovano in una situazione di fragilità. Per queste ragioni, per rafforzare la nostra rete territoriale, le Regioni sono autorizzate a incrementare la spesa per il personale.” Lo afferma Carlo Guccione, Consigliere regionale PD.

“Per garantire – continua Guccione – un’ampia funzionalità delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) è stata autorizzata per l’anno 2020 un’ulteriore spesa di 61 milioni, a valere sul finanziamento corrente. Nel leggere i provvedimenti che sono contenuti nel Decreto Rilancio in materia sanitaria emerge il salto di qualità che può fare anche la sanità calabrese, oggi troppo incentrata sugli ospedali e con una rete territoriale quasi inesistente. Bisogna ripartire dai territori, mediante il potenziamento dei servizi: in particolare, l’assistenza domiciliare integrata e l’integrazione dei servizi sociali con quelli sociosanitari sono la strada giusta per garantire un’adeguata cura a casa di tutte quelle patologie che non hanno bisogno di terapie ospedaliere. Tutto ciò porterebbe non solo a una migliore qualità sanitaria ma anche a un notevole risparmio economico per il pubblico.

Va immediatamente predisposto un piano che tenga conto di questi nuovi provvedimenti e delle risorse aggiuntive stanziate – 3 miliardi 250 milioni investiti sul Servizio sanitario nazionale – per potenziare i servizi territoriali e l’assunzione di nuovo personale.  Un primo passo è stato compiuto, non possiamo però più permetterci in Calabria di avere questa anarchia nella catena di comando in ambito sanitario.  C’è bisogno di regole chiare e di una filiera istituzionale che sia in grado di gestire e governare con precisi ruoli, competenze e responsabilità. Cosa che – conclude Guccione – nella nostra regione, ad oggi, non si è verificata creando disservizi e inefficienze.”

Redazione Calabria 7

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