Decreto sanità, Ferro (FdI): “M5S più arrogante dei predecessori”

“Se certo c’è la necessità di tutelare i livelli essenziali di assistenza e di garantire il fondamentale diritto alla salute dei calabresi mediante la risoluzione delle gravi inadempienze amministrative e gestionali, non si può dimenticare che la sanità in Calabria è commissariata dal governo da ben 10 anni con effetti distorsivi che ricadono su tutti i pazienti. Soprattutto non si può sottacere che nella realtà il decreto legge non interviene con misure mirate per risolvere le valide e condivisibili motivazioni in premessa, ma rappresenta un modo per consegnare al governo tutti i poteri di nomina per assumere il controllo delle strutture sanitarie calabresi”. Lo dice il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia,  Wanda Ferro intervenuta in aula per la dichiarazione di voto, motivando il “no” del partito di Giorgia Meloni alla legge di conversione del Decreto Calabria.

“Altro che attenzione per l’interesse dei cittadini calabresi  – spiega – e della loro salute. I Cinque stelle in Calabria hanno attaccato per anni la gestione commissariale, ritenendola inadeguata a risolvere i reali problemi della sanità. Oggi che sono al governo si comportano come i loro predecessori, anzi in maniera ancora più arrogante”.

“Altro che attenzione per l’interesse dei cittadini calabresi  – spiega – e della loro salute. I Cinque stelle in Calabria hanno attaccato per anni la gestione commissariale, ritenendola inadeguata a risolvere i reali problemi della sanità. Oggi che sono al governo si comportano come i loro predecessori, anzi in maniera ancora più arrogante”.

Per Ferro “i nomi indicati dal commissario Cotticelli per la guida delle aziende sanitarie e ospedaliere sono la cartina al tornasole che rivela la volontà del governo di occupare le postazioni di potere. Al di là delle competenze professionali e gestionali dei manager designati, che non mettiamo in discussione, colpisce non poco la circostanza che provengano tutti, tranne uno, da fuori regione. Si tratta – aggiunge – di un’operazione tutta politica di occupazione di potere, pagata a caro prezzo dai cittadini, in cui l’attuale governo si distingue per particolare sfacciataggine. Difficile credere che i nuovi commissari straordinari, provenienti da altri contesti professionali e profumatamente pagati, potranno fare molto prima di capire la situazione e ritornare da dove sono venuti.

Abbiamo già evidenziato, in sede di esame delle questioni pregiudiziali, che questo decreto non affronta i problemi urgenti e necessari per la salute dei cittadini calabresi, costretti quotidianamente ad affrontare inefficienze e carenze strutturali nonché una dolorosa emigrazione sanitaria. Infatti il provvedimento viola l’autonomia della Regione Calabria – sottolinea –  che verrebbe completamente esautorata delle sue competenze andando a pregiudicare, definitivamente, la leale collaborazione che la Costituzione impone tra le diverse componenti dello Stato i cui poteri e le cui funzioni sono fissati e garantiti, giova ricordarlo, dalla medesima Carta costituzionale.  Abbiamo presentato una serie di emendamenti al decreto, il più rilevante dei quali ha riguardato l’immediato sblocco del turn-over del personale delle aziende sanitarie ed ospedaliere”.

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