“Il consiglio regionale della Calabria era doveroso riunirlo d’urgenza solo per stabilire l’entità dei ristori regionali da destinare a persone, categorie commerciali e partite Iva che subiranno pesanti ricadute economiche a causa dell’inserimento della Calabria tra le zone rosse”. Lo affermano i consiglieri regionali dei Democratici e Progressisti Giuseppe Aieta e Antonio Billari.
“Non si convoca un consiglio regionale per meri calcoli e speculazioni politiche ed elettorali. Questo – aggiungono Aieta e Billari – è il tempo della verità e la verità ci racconta che l’istituzione della zona rossa in Calabria non arriva a caso o per fare un dispetto politico a qualcuno, ma è il risultato di più cause imputabili solo a chi in questi 8 mesi ha governato. La Calabria è zona rossa non perché ha un numero di contagi elevati ma perché la governance sanitaria regionale, con a capo la Giunta regionale, non ha realizzato il centro Covid regionale, non ha individuato i Covid-hotel, non ha assunto le 500 unità di personale medico e paramedico, non ha realizzato i 136 nuovi posti di terapia intensiva e i 134 di sub-intensiva. È rimasto tutto su carta, pur in presenza – spiegano i consiglieri regionali di ‘Dp’ – di 86 milioni di euro destinati alla Regione Calabria e non ai commissari della sanità che pure hanno colpe pesantissime”. Secondo Aieta e Billari “non è tempo di strumentalizzazione ma di serietà. Ed è il tempo dell’assunzione di responsabilità di chi governa la Regione di ammettere il totale fallimento nella gestione dell’emergenza che era tutta in capo alla Giunta regionale. Il disperato tentativo, dunque, di convocare il Consiglio regionale per ribaltare tale drammatica realtà non è altro che un’estrema e goffa strategia vuota di tutto e piena di niente ad esclusivo danno dei calabresi. Una classe dirigente all’altezza e credibile avrebbe potuto argomentare meglio nell’interlocuzione col Governo la situazione della Calabria evitando il patetico pasticcio dei numeri dei ricoveri in terapia intensiva”.
“Non si convoca un consiglio regionale per meri calcoli e speculazioni politiche ed elettorali. Questo – aggiungono Aieta e Billari – è il tempo della verità e la verità ci racconta che l’istituzione della zona rossa in Calabria non arriva a caso o per fare un dispetto politico a qualcuno, ma è il risultato di più cause imputabili solo a chi in questi 8 mesi ha governato. La Calabria è zona rossa non perché ha un numero di contagi elevati ma perché la governance sanitaria regionale, con a capo la Giunta regionale, non ha realizzato il centro Covid regionale, non ha individuato i Covid-hotel, non ha assunto le 500 unità di personale medico e paramedico, non ha realizzato i 136 nuovi posti di terapia intensiva e i 134 di sub-intensiva. È rimasto tutto su carta, pur in presenza – spiegano i consiglieri regionali di ‘Dp’ – di 86 milioni di euro destinati alla Regione Calabria e non ai commissari della sanità che pure hanno colpe pesantissime”. Secondo Aieta e Billari “non è tempo di strumentalizzazione ma di serietà. Ed è il tempo dell’assunzione di responsabilità di chi governa la Regione di ammettere il totale fallimento nella gestione dell’emergenza che era tutta in capo alla Giunta regionale. Il disperato tentativo, dunque, di convocare il Consiglio regionale per ribaltare tale drammatica realtà non è altro che un’estrema e goffa strategia vuota di tutto e piena di niente ad esclusivo danno dei calabresi. Una classe dirigente all’altezza e credibile avrebbe potuto argomentare meglio nell’interlocuzione col Governo la situazione della Calabria evitando il patetico pasticcio dei numeri dei ricoveri in terapia intensiva”.