Pubblica su facebook un video in cui denuncia l’azione di boicottaggio del Comune di Catanzaro per il mancato svolgimento della festa organizzata dalla sua associazione in occasione del Santo Patrono di Catanzaro, tacciando l’Ente di essere mafiosa, ‘ndranghetista, assuefatta ad esercitare “soprusi”, “ingiustizie”, “abusi”, capace di agire contro persone non “legate politicamente”. Il sostituto procuratore Vito Valerio dopo aver chiuso le indagini nel mese di marzo, ha chiesto il processo per Davide Clodomiro, 36 anni, presidente dell’associazione “The Best Show”, accusato di diffamazione sui social network ai danni del sindaco Sergio Abramo, del consigliere Fabio Talarico e dell’assessore Alessandra Lobello.
La denuncia in rete contro il Comune. Nel video, l’indagato avrebbe riferito che l’associazione aveva ricevuto la disponibilità da parte del vescovo di organizzare la quarta edizione di “Catanzaro in Festa”, protocollando al Comune un programma di quattro giorni, che prevedeva diverse cose, tra cui un concerto finale. A distanza di un mese, l’Amministrazione comunale non avrebbe fornito alcuna risposta, il presidente dell’associazione si sarebbe messo in contatto con l’assessore Lobello, la quale a sua volta rispose che non poteva farci sapere nulla: pur avendo inoltrato una richiesta alla Regione per ottenere un finanziamento, lo stesso non era detto venisse approvato o comunque assegnato al Comune di Catanzaro. Da quella conversazione sarebbe trascorso ancora un altro mese senza che l’assessore sapesse ancora nulla dei soldi che avrebbe dovuto ottenere dalla Regione, mentre l’associazione avrebbe deciso di portare avanti autonomamente una raccolta fondi, ottenendo il consenso dei commercianti e di parte dei cittadini per l’acquisto del biglietto. “L’Amministrazione comunale nonostante le nostre richieste ci ha ignorato e ha preferito tacere. Nonostante noi avessimo programmato quattro giorni di festa, con artisti di strada, sport, attività, dimostrazioni sportive, musica e tanto altro, l’assessore Lobello ci ha detto che non poteva tenere in considerazione il nostro programma, perché ancora non sapeva se venivano erogati o meno i soldi da parte della Regione”. Arriva la controproposta dell’associazione all’assessore: “se voi fate una programmazione, noi possiamo unirla alla nostra e fare una manifestazione ancora più importante nell’interesse della città utilizzando anche i fondi che abbiamo raccolto”.
La denuncia in rete contro il Comune. Nel video, l’indagato avrebbe riferito che l’associazione aveva ricevuto la disponibilità da parte del vescovo di organizzare la quarta edizione di “Catanzaro in Festa”, protocollando al Comune un programma di quattro giorni, che prevedeva diverse cose, tra cui un concerto finale. A distanza di un mese, l’Amministrazione comunale non avrebbe fornito alcuna risposta, il presidente dell’associazione si sarebbe messo in contatto con l’assessore Lobello, la quale a sua volta rispose che non poteva farci sapere nulla: pur avendo inoltrato una richiesta alla Regione per ottenere un finanziamento, lo stesso non era detto venisse approvato o comunque assegnato al Comune di Catanzaro. Da quella conversazione sarebbe trascorso ancora un altro mese senza che l’assessore sapesse ancora nulla dei soldi che avrebbe dovuto ottenere dalla Regione, mentre l’associazione avrebbe deciso di portare avanti autonomamente una raccolta fondi, ottenendo il consenso dei commercianti e di parte dei cittadini per l’acquisto del biglietto. “L’Amministrazione comunale nonostante le nostre richieste ci ha ignorato e ha preferito tacere. Nonostante noi avessimo programmato quattro giorni di festa, con artisti di strada, sport, attività, dimostrazioni sportive, musica e tanto altro, l’assessore Lobello ci ha detto che non poteva tenere in considerazione il nostro programma, perché ancora non sapeva se venivano erogati o meno i soldi da parte della Regione”. Arriva la controproposta dell’associazione all’assessore: “se voi fate una programmazione, noi possiamo unirla alla nostra e fare una manifestazione ancora più importante nell’interesse della città utilizzando anche i fondi che abbiamo raccolto”.
Le espressioni diffamatorie. L’assessore garantisce che la risposta sarebbe arriva a breve e invece, secondo quanto denunciato nel video: “ noi dell’associazione siamo andati al Suap per chiedere informazioni sulla pratica e troviamo una comunicazione dell’assessore Lobello, in cui nega l’utilizzo della piazza, perché l’Amministrazione intende organizzare degli spettacoli per la festa patronale. Siccome noi non siamo né legati politicamente con qualcuno, non siamo amici degli amici, non abbiamo forza politica, siamo stati esclusi. Nel Comune di Catanzaro il sistema è marcio, già l’anno scorso ci imposero di spostare la manifestazione e il Comune di Catanzaro, Abramo, Cardamone, scaricavano la colpa sulla chiesa. La stessa cosa sta accadendo anche questo anno, se non sei nelle grazie di qualche grosso politico o di qualche forza politica non si può fare nulla. Io personalmente come presidente dell’associazione scrivevo su facebook cose che andavano contro il Comune e qualche consigliere, come Talarico andava a riferire. La mafia c’è l’abbiamo in Comune, perché sono proprio loro che fanno gruppo e decidono delle sorti della città”. Una serie di espressioni che è costata a Clodomiro, difeso dall’avvocato Antonello Talerico, una citazione diretta a giudizio davanti al giudice del Tribunale monocratico di Catanzaro, che dovrà fissare l’udienza che segnerà l’inizio del processo.
g. p.