Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, in accoglimento dei rilievi difensivi formulati dall’avvocato Francesco Capria, ha assolto Bruno Giofrè dai delitti di detenzione di arma clandestina, ricettazione e detenzione di munizioni.
La vicenda traeva origine da un’attività di perquisizione effettuata dai Carabinieri d Nicotera che, in un primo momento, aveva interessato il domicilio di Francesco Giofrè e Bruno Giofrè (padre e figlio) per poi estendersi nei pressi di una pertinenza, all’interno della quale veniva rinvenuta, all’ interno di un sacchetto di plastica, una pistola marca Bernardelli, calibro 7,65, con matricola abrasa.
La vicenda traeva origine da un’attività di perquisizione effettuata dai Carabinieri d Nicotera che, in un primo momento, aveva interessato il domicilio di Francesco Giofrè e Bruno Giofrè (padre e figlio) per poi estendersi nei pressi di una pertinenza, all’interno della quale veniva rinvenuta, all’ interno di un sacchetto di plastica, una pistola marca Bernardelli, calibro 7,65, con matricola abrasa.
Il difensore di fiducia, avvocato Francesco Capria, nel corso della propria arringa difensiva, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito in quanto all’esito dell’istruttoria dibattimentale non si era raggiunta la prova che il luogo in cui è stata rinvenuta l’arma fosse nella disponibilità dell’imputato.
Il Tribunale, ritenendo fondata la tesi difensiva, assolveva Bruno Giofrè per non aver commesso il fatto.
Il difensore di fiducia, avvocato Francesco Capria, nel corso della propria arringa difensiva, ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito in quanto all’esito dell’istruttoria dibattimentale non si era raggiunta la prova che il luogo in cui è stata rinvenuta l’arma fosse nella disponibilità dell’imputato.
Il Tribunale, ritenendo fondata la tesi difensiva, assolveva Bruno Giofrè per non aver commesso il fatto.