Erano stati condannati in primo grado dal Gup per detenzione di armi con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, in appello esclusa l’aggravante e sconto di pena per padre e figli.
La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha riformato la sentenza del Gup di Reggio Calabria che in primo grado aveva condannato per detenzione di armi il 59enne Domenico Fotia a 7 anni e 4 mesi di reclusione e i figli Sebastiano di 32 anni e Antonino di 29 anni, entrambi a 6 anni di reclusione, di Cardeto. I tre erano stati arrestati in flagranza nel marzo dello scorso anno.
La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha riformato la sentenza del Gup di Reggio Calabria che in primo grado aveva condannato per detenzione di armi il 59enne Domenico Fotia a 7 anni e 4 mesi di reclusione e i figli Sebastiano di 32 anni e Antonino di 29 anni, entrambi a 6 anni di reclusione, di Cardeto. I tre erano stati arrestati in flagranza nel marzo dello scorso anno.
Nei terreni circostanti la loro abitazione i carabinieri trovano un arsenale composto da 14 fucili di vario calibro. Un migliaio di munizioni e diversi chili di polvere da sparo. Oltre all’accusa di detenzione illegale di armi, a padre e figli veniva contestata anche l’aggravante mafiosa dell’agevolazione della cosca di ‘ndrangheta dei Serraino. Secondo l’ipotesi investigativa l’arsenale sarebbe stato tenuto a disposizione di quella cosca. Il difensore di fiducia dei tre, l’avvocato Giuseppe Nardo, ha proposto appello e la Corte d’Appello ha accolto il ricorso. Escludendo l’aggravante e riducendo di 2 anni le pene per ciascuno dei tre ricorrenti.