La Corte di Appello di Palermo ha assolto con formula piena per non aver commesso il fatto, Vincenzo Fortuna, 45enne di Stefanaconi, difeso dall’avvocato Giuseppe Di Renzo. L’uomo era accusato di detenzione illecita di 6,5 kg di cocaina, in seguito a un arresto avvenuto a Palermo nel 2020. Accolta, dunque, la tesi dell’avvocato Di Renzo, del Foro di Vibo Valentia. Fortuna, avendo passato un lungo periodo di detenzione ingiusto considerato l’esito del processo, avrà diritto ad un cospicuo risarcimento da parte dello Stato. Per l’altro imputato, Saverio Zaccaria, di Piscopio, invece, un altro vibonese, la condanna diventa definitiva.
I due erano finiti in manette il 16 gennaio 2020 per il reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Fermati a bordo di una Renault sulla quale percorrevano un tratto dell’A19, nei pressi del casello di Buonfornello, in direzione Palermo, all’interno del mezzo sono stati trovati 7 panetti contenenti oltre 6,5 kg di cocaina “pura”. A suscitare l’attenzione degli agenti la circostanza che il conducente della vettura avesse indugiato eccessivamente al casello per il pagamento del pedaggio. A insospettirli ulteriormente, già nelle fasi della loro identificazione, l’atteggiamento particolarmente nervoso assunto da conducente ed occupante del veicolo e le poco plausibili argomentazioni fornite in ordine alle ragioni della loro presenza in quel luogo. I due erano quindi finiti in manette e condotti presso la Casa Circondariale “Lorusso” di Pagliarelli.
I due erano finiti in manette il 16 gennaio 2020 per il reato di detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Fermati a bordo di una Renault sulla quale percorrevano un tratto dell’A19, nei pressi del casello di Buonfornello, in direzione Palermo, all’interno del mezzo sono stati trovati 7 panetti contenenti oltre 6,5 kg di cocaina “pura”. A suscitare l’attenzione degli agenti la circostanza che il conducente della vettura avesse indugiato eccessivamente al casello per il pagamento del pedaggio. A insospettirli ulteriormente, già nelle fasi della loro identificazione, l’atteggiamento particolarmente nervoso assunto da conducente ed occupante del veicolo e le poco plausibili argomentazioni fornite in ordine alle ragioni della loro presenza in quel luogo. I due erano quindi finiti in manette e condotti presso la Casa Circondariale “Lorusso” di Pagliarelli.