La Corte d’Appello di Catanzaro, seconda sezione penale, presieduta da Anna Maria Saullo con a latere i giudici Maria Rosaria Di Girolamo e Assunta Maiore, ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione Michele Tarantino. L’uomo, dipendente del Comune di Pentone classe 1958, è stato ritenuto responsabile di concussione, con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Disposto inoltre il risarcimento dei danni patrimoniale e morale in favore della costituita parte civile Maria Rosa Tarantino, rappresentata e difesa in giudizio dall’avvocato Francesco Ansani. La Corte, nel rigettare l’appello, ha respinto una questione di nullità della sentenza di primo grado cui l’avvocato Ansani si è opposto facendone rilevare al collegio l’infondatezza.
La condanna anche in Appello
La condanna anche in Appello
I giudici d’Appello hanno inoltre mantenuto le statuizioni relative alla disposta cessazione del rapporto di lavoro tra l’imputato ed il Comune di Pentone disponendo la confisca e la restituzione a Maria Rosa Tarantino di alcuni terreni che la stessa aveva dovuto cedere sotto minaccia al dipendente Comunale. Interpellato sulla vicenda, l’avvocato Ansani ha espresso grande soddisfazione rispetto al pronunciato della Corte che ha dimostrato, anche in questa sede, la solidità dell’impianto accusatorio cui la difesa della parte civile ha contribuito alla formazione depositando corposa documentazione. La soddisfazione più grande, continua il legale, è aver ridato serenità alla signora Tarantino che ha subito, per oltre dieci anni, gravi vessazioni psicologiche da parte dell’imputato. Imputato che, forte del proprio ruolo nell’Ufficio Tecnico del Comune di Pentone, sotto la minaccia prima di non far ottenere una licenza edilizia e successivamente di far revocare detta licenza e di espropriare i terreni della parte civile per far costruire dei parcheggi, riusciva a farsi cedere dei terreni dalla donna.