Questa mattina, a Catanzaro, nella filiale della Banca d’Italia in piazza Serravalle è stato riposizionato il dipinto di Andrea Cefaly “Il commercio di Calabria e le promesse del ministero italiano”. Il direttore della succursale della Banca d’Italia Sergio Magarelli nel corso dell’incontro ha chiarito quale sia il valore dell’opera del noto artista calabrese. “Il dipinto a olio del 1877 di Cefaly – ha spiegato Magarelli – fa parte del suo periodo del verismo sociale ed è attualissimo. Attraverso un’opera chirurgica di grandissimo rilievo tecnico è stato ripristinato e salvato. Si tratta di un quadro importante per l’intera cittadinanza e per l’arte tutta. Questo restauro ha consentito di asportare le muffe createsi tra la tela e la pittura che lo avrebbero distrutto facendo perdere ciò che rappresenta il valore sociale del patrimonio artistico della Banca d’Italia che vanta una collezione di 3000 opere di ogni epoca. Il legame con il territorio è la nostra ragion d’essere, una priorità che è quella di fornire alla comunità i nostri servizi affinché la nostra presenza sia utile e proficua. Grazie al monitoriaggio periodico dei nostri dipinti e la collaborazione consolidata con il museo MARCA di Catanzaro ci siamo accordi che bisognava intervenire immediatamente. Abbiamo contattato la locale sopraintendenza chiesto la presenza di un tecnico e ci hanno segnalato Maria Caterina Bagnato che è una delle maggiori conoscitrici di Cefaly”.
Il restauro del dipinto
Il restauro del dipinto
Nel corso dell’iniziativa la restauratrice Caterina Maria Bagnato ha illustrato l’intervento di ripristino del dipinto. “Dopo aver effettuato lo screening diagnostico totale sul dipinto – afferma Bagnato – ci siamo trovati dinnanzi a una bomba biologica. Quest’opera è assolutamente un caso di studio nella storia conservativa non solo delle produzioni di Cefaly, ma di tutte le opere pittoriche. Nella mia carriera ho avuto modo di intervenire su 21 lavori di Cefaly su incarico del ministero, avevo intuito il degradarsi della materia aggiunta nei due restauri effettuati in passato che riguardava soprattutto i supporti e le colle che avevano portato a un disastro batteriologico che rischiava di fare crollare l’impianto pittorico. Cefaly in questo dipinto rappresenta con una metafora, come indica il titolo, “Il commercio di Calabria e le promesse del ministero italiano” nella seconda metà del 1800″ dove lo sviluppo tecnologico resta in aria con una locomotiva dipinta tra le nuvole, mentre nella parte inferiore vediamo le lavandaie, i pastori, un brigante. Si nota anche la presenza di una casupola con un telegrafo, che era il mezzo di comunicazione più utilizzato dell’epoca. Abbiamo lavorato qui nella sede della filiale, motivo di cura maggiore per l’opera. Con questo restauro è come se avessimo creato qui a Catanzaro un protocollo Cefaly, un metodo conservativo delle sue opere per poter intervenire sia sugli elementi originali che su quelli aggiunti nel corso dei decenni, che sarà oggetto di un Convegno che si terrà nei prossimi mesi con i più autorevoli esperti in materia. Cefaly non dimentichiamo che a Cortale aveva realizzato questa scuola in cui si occupava della costruzione delle cornici, dei telai. Un’idea della completezza dell’artista da non sottovalutare”.
Un augurio per la ripresa economica
“Questo restauro è durato un anno ed è il migliore augurio di una ripartenza e di un futuro all’altezza delle aspettative, – ha aggiunto il direttore della filiale della Banca d’Italia di Catanzaro Sergio Magarelli – migli
ore di quelle promesse del ministero italiano di cui Cefaly in questo dipinto evidenziava disfunzioni e ritardi. Il 21 giugno alle 17:00 presenteremo il rapporto sullo stato dell’economia calabrese. Inutile nascondere che la pandemia è stata un disastro per tutti e ha inciso su una situazione già stagnante, però la ripartenza che si profila promettente confidiamo che interesserà anche questa regione. I fondi europei sicuramente saranno utili se avremo la capacità di usarli correttamente attraverso procedure trasparenti. Dovranno servire a rendere condizioni favorevoli affinché le imprese possano svilupparsi. E’ l’occasione giusta per superare i limiti strutturali della Calabria e il divario con il Nord Italia. Serve una netta discontinuità con il passato per poter avere possibilità di crescita dando alle prossime generazioni il futuro che meritano”.