Discorso di Papa Francesco ai rifugiati: “Il naufragio di Cutro non doveva avvenire”

Secondo il pontefice "bisogna fare tutto il possibile" perché quanto avvenuto in Calabria "non si ripeta"
papa Francesco rifugiati

“I corridoi umanitari sono stati avviati nel 2016 come risposta alla situazione sempre più drammatica nella rotta Mediterranea. Oggi dobbiamo dire che quell’iniziativa è tragicamente attuale, anzi, più che mai necessaria; lo attesta purtroppo anche il recente naufragio di Cutro. Quel naufragio non doveva avvenire, e bisogna fare tutto il possibile perché non si ripeta”. Lo si legge nel testo del discorso di Papa Francesco ai rifugiati giunti in Europa con i corridoi umanitari e ai rappresentanti delle Comunità che li accolgono.

“Ognuno di voi merita attenzione”

“Ognuno di voi merita attenzione”

“I corridoi gettano dei ponti che tanti bambini, donne, uomini, anziani, provenienti da situazioni molto precarie e da gravi pericoli, hanno infine percorso in sicurezza, legalità e dignità fino ai Paesi di accoglienza”, sono le parole del Papa, “Essi attraversano i confini e, ancor più, i muri di indifferenza su cui spesso si infrange la speranza di tantissime persone, che attendono per anni in situazioni dolorose e insostenibili”.

“Ognuno di voi merita attenzione per la storia dura che ha vissuto”, proseguono, “In particolare, vorrei ricordare quanti sono passati attraverso i campi di detenzione in Libia; più volte ho avuto modo di ascoltare la loro esperienza di dolore, umiliazioni e violenze”.

Corridoi umanitari “via praticabile per evitare le tragedie”

I corridoi umanitari “sono una via praticabile per evitare le tragedie e i pericoli legati al traffico di essere umani. Tuttavia, occorrono ancora molti sforzi per estendere questo modello e per aprire più percorsi legali per la migrazione. Dove manca la volontà politica, i modelli efficaci come il vostro offrono nuove strade percorribili. Del resto, una migrazione sicura, ordinata, regolare e sostenibile è nell’interesse di tutti i Paesi. Se non si aiuta a riconoscere questo, il rischio è che la paura spenga il futuro e giustifichi le barriere su cui si infrangono vite umane”.

“Il lavoro che voi fate, individuando e accogliendo persone vulnerabili, cerca di rispondere nella maniera più adeguata a un segno dei tempi”, sono ancora le parole del Papa, “Indica una strada all’Europa, perché non resti bloccata, spaventata, senza visione del futuro. In effetti, la chiusura in sé stessi o nella propria cultura non è mai la via per ridare speranza. In realtà, la storia europea si è sviluppata nei secoli attraverso l’integrazione di popolazioni e culture differenti. Non abbiamo allora paura del futuro”.

“Mettere in campo più attenzione e creatività”

“I corridoi umanitari non solo mirano a far giungere in Italia e in altri Paesi europei persone profughe, strappandole da situazioni di incertezza, pericolo e attese infinite; essi operano anche per l’integrazione, perché non c’è accoglienza senza integrazione”, prosegue il testo, “Allo stesso tempo, nel vostro lavoro avete imparato che l’integrazione non è priva di difficoltà. Non tutti coloro che arrivano sono preparati al lungo cammino che li attende. Per questo è importante mettere in atto ancora più attenzione e creatività per informare meglio coloro che hanno l’opportunità di venire in Europa sulla realtà che incontreranno. E non dimentichiamo che le persone vanno accompagnate dall’inizio alla fine”.

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