di Mirko Monterosso – “Sarebbe stata l’occasione per vaccinare la mia bimba e l’intera nostra famiglia. E invece mi sono sentita dire che mia figlia non rientra tra i soggetti protetti”. La mamma di una ragazza 19enne di Catanzaro, affetta dalla sindrome di Rett (rara malattia neurologica dello sviluppo), non nasconde la sua rabbia per il mancato inserimento di sua figlia tra le “categorie fragili” per la vaccinazione contro il Covid-19.
La rabbia di una madre
La rabbia di una madre
“A febbraio – racconta la donna – avevo telefonato al medico di base per chiedere che la mia bimba venisse aggiunta tra le categorie fragili per potere, così, usufruire della somministrazione del vaccino durante i giorni del Vax Day in Calabria. La dottoressa mi aveva dato immediata conferma dicendomi che, da lì a poco, saremmo stati contattati dalle autorità competenti”. Ma, dopo un’estenuante e inutile attesa, alla giovane mamma iniziano a sopraggiungere i primi dubbi.
Nessuna chiamata
“Non abbiamo ricevuto alcuna chiamata e, appena qualche giorno fa, abbiamo deciso di effettuare un controllo sul sito della Regione”. Da qui l’amara sorpresa. ‘I dati inseriti non sono corretti o non corrispondono a persona appartenente a categoria avente priorità nella fase corrente del piano vaccinale’. “Questa la dicitura apparsaci – afferma la donna sfiduciata – dopo avere digitato il codice fiscale di mia figlia. Il Vax Day è terminato e, con esso, anche la possibilità di vaccinare mia figlia e tutti noi che avremmo potuto usufruire del vaccino dal momento che siamo genitori di una ragazza affetta da patologie gravi. Sono molto amareggiata e delusa”, ancora in attesa di risposta.