di Martina Gareri- “Uno spettacolo del 1998 che parla con un linguaggio di sintesi di forma, di colore e di parola, lascia libera interpretazione a chi lo guarda nello spazio e nei contenuti, sollecita la fantasia ed è molto divertente”. Flavia Mastrella intervistata da Calabria7 descrive lo spettacolo “Io” di Rezzamastrella, Premio Ubu e Premio Hystrio nel 2013 e Leone d’oro alla carriera a Venezia nel 2018, che andrà in scena il 9 gennaio al Teatro Comunale di Badolato, per l’ottava Giornata nazionale dell’attore dedicata a Pino Michienzi.
Artisti geneticamente innovativi
Artisti geneticamente innovativi
“Io e Flavia portiamo in giro tutto il nostro repertorio di spettacoli che sopravvivranno anche dopo la nostra morte grazie alla loro attualità sempre presente -ha detto Rezza- e non perché parlino di attualità ma perché parlano di massimi sistemi come la morte, la malattia, lo stato d’animo e la pochezza interiore. Sono spettacoli che fanno ridere tantissimo attraverso l’uso dei colori, degli habitat, i testi, la mimica che rendono ancora più permeabile nella mente di chi osserva. Noi usciamo dagli schemi involontariamente, ogni artista è innovativo perché lo è geneticamente”.
Un ricostituente per la fantasia
Mastrella racconta di aver incontrato Antonio “parecchio tempo fa in campo lavorativo e ci siamo trovati bene fin da subito, lui si occupava di teatro, io di arte figurativa e abbiamo deciso di iniziare a lavorare insieme, ci siamo contaminati a vicenda, abbiamo deciso di essere liberi e fare ciò che ci passa per la testa, anche per il gusto di dare fastidio, lo facciamo da anni. Io creo delle ambientazioni e le do ad Antonio che le vive e improvvisa all’interno con i quadri di scena. Ogni volta cambiamo metodo, idea ed estetica, è importante la varietà. Il mio è un lavoro ispirato all’arte contemporanea -ha continuato Mastrella- sono quadri che fanno da architettura e da costume, decontestualizzando completamente la realtà di cui Antonio parla con la sua drammaturgia, insieme poi curiamo la sintesi di tutto e diventa un discorso universale che parla della condizione dell’uomo attraverso forme, colori che agiscono nella psiche e nel cuore. Non c’è un messaggio nel nostro comunicare, lo facciamo sollecitiamo la fantasia, la risata e lo spirito critico, è come un ricostituente per la fantasia”.