Di Giovanni Caglioti
Il divieto di conferire fiori veri nei mesi estivi nel cimitero di Tropea, ovvero nella famosa e nota cittadina turistica nel cuore della Calabria tirrenica ha fatto discutere e creato un dibattito, scatenando reazioni di vario genere tra favorevoli e contrari all’ordinanza del Sindaco della cittadina vibonese.
Il divieto di conferire fiori veri nei mesi estivi nel cimitero di Tropea, ovvero nella famosa e nota cittadina turistica nel cuore della Calabria tirrenica ha fatto discutere e creato un dibattito, scatenando reazioni di vario genere tra favorevoli e contrari all’ordinanza del Sindaco della cittadina vibonese.
Partiamo con ordine, ribadendo che, l’ordinanza di divieto ha radice ben più lontane e non si tratta di nessuna stravagante idea dell’attuale amministrazione comunale. Siamo, dunque, nel 2017, quando l’ordinanza di divieto muove i suoi primi passi, per l’esattezza in alcuni comuni del salernitano e del napoletano, motivata per ragioni igienico sanitarie attribuendo ai fuori il fatto, per le elevate temperature di seccare subito e ai contenitori colmi di acqua di produrre un odore sgradevole ed essere il rifugio perfetto per il proliferare di zanzare.
Ma, l’ordinanza in questione non riguarda solo questi comuni campani ma è estesa ad altre realtà, nello specifico del Lazio e dell Abruzzo. Insomma, un ordinanza non del tutto nuova e tra favorevoli e contrari che si sono dati “guerra” come al solito sui social network, forse sarebbe il caso di pensare che la salute, l’igiene pubblica e dei luoghi in determinati periodi dell’fiorianno è imprescindibile da polemiche e l ordinanza anche seppur restrittiva dovrebbe essere presa da esempio anche in altre realtà più grandi dei comuni calabresi.
Redazione Calabria 7