Analisi non conformi ai parametri, e divieto d’uso umano, dell’acqua della rete comunale in località Giovino. Anche questa è l’ennesima sciagura lasciata alla città dall’era Abramo. Si è appreso infatti, dagli organi di informazione, che è stata diramata una ordinanza di divieto a utilizzare per il lavaggio e la preparazione degli alimenti, l’igiene orale, il lavaggio stoviglie o utensili, l’acqua che i catanzaresi pagano al comune e che dovrebbe scorrere dai rubinetti nelle case in totale sicurezza ed igiene alimentare”. Così in una nota Antonio Nisticò, coordinatore cittadino dell’associazione “I Quartieri”.
Non conformità
Non conformità
“Purtroppo – si legge nel comunicato – non è la prima volta che accade in città, e non si capisce nemmeno quali siano le cause che ingenerano tali disservizi, cagionati in seguito ai risultati delle analisi effettuate sui campioni prelevati dall’Unità Operativa Igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Asp di Catanzaro. Le analisi hanno fatto emergere la non conformità al parametro Pseudomonas Aeruginosa nel punto di prelievo di località Giovino. L’ordinanza vieta l’utilizzo dell’acqua per il consumo umano in tutto il quartiere Giovino e nelle vie lungomare fino all’incrocio con via Caprera, lungomare Toraldo, Vigliarolo, Anania, Bedarida, de Fiore, Fondacaro, Lacquaniti, Toraldo, Lenormant, Sant’Elena, Stromboli, Strada 30, Padre Pio, Caprera, Martiri di Cefalonia, Aristippo, Rodio, Cagliari e Dandolo.
Chiediamo – conclude Nisticò – al primo cittadino di chiarire il perché di questo grave disservizio, spiegando ai cittadini contribuendo cosa ha portato all’alterazione dei parametri di legge? Per noi è grave che l’acqua possa essere usata solo per la pulizia della casa e il funzionamento degli impianti sanitari e per l’igiene della persona con l’esclusione dell’igiene orale, per il lavaggio e la preparazione degli alimenti, il lavaggio stoviglie da cucina, il lavaggio di apparecchiature sanitarie e il lavaggio oggetti dell’infanzia”.