“Sarebbe riduttivo pensare che il peggio sia ormai alle spalle.
Anche di fronte a numeri, parzialmente incoraggianti, sui contagi siamo consapevoli che gli effetti sociali della crisi sanitaria sono appena iniziati. Il Paese soffre e la rabbia sociale aumenta, milioni di famiglie e di imprese vivono una fase di assoluta difficoltà. Al di là delle disposizioni governative sulla sicurezza, riaprire non sarà semplice. A queste persone è necessario dare delle risposte, concrete ed immediate, e dobbiamo farlo attraverso i Comuni che, soprattutto al Sud, sono il primo avamposto di democrazia ed il riferimento primario per tutti i cittadini”. Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria e Responsabile Mezzogiorno di Anci, Giuseppe Falcomatà, nell’ambito dell’incontro con i capigruppo della Camera dei Deputati sulle risorse destinate ai Comuni nel Decreto Legge Rilancio.
Anche di fronte a numeri, parzialmente incoraggianti, sui contagi siamo consapevoli che gli effetti sociali della crisi sanitaria sono appena iniziati. Il Paese soffre e la rabbia sociale aumenta, milioni di famiglie e di imprese vivono una fase di assoluta difficoltà. Al di là delle disposizioni governative sulla sicurezza, riaprire non sarà semplice. A queste persone è necessario dare delle risposte, concrete ed immediate, e dobbiamo farlo attraverso i Comuni che, soprattutto al Sud, sono il primo avamposto di democrazia ed il riferimento primario per tutti i cittadini”. Lo ha detto il sindaco di Reggio Calabria e Responsabile Mezzogiorno di Anci, Giuseppe Falcomatà, nell’ambito dell’incontro con i capigruppo della Camera dei Deputati sulle risorse destinate ai Comuni nel Decreto Legge Rilancio.
“Nel Decreto Legge Rilancio – aggiunge Falcomatà – sono stati fatti dei passi in avanti sul sostegno ai Comuni, ma non basta.
Tante città in questa situazione non avranno la possibilità di chiudere i bilanci, ma a rischio è soprattutto l’erogazione dei servizi essenziali. I Comuni sono esattamente come le imprese, hanno bisogno di regole certe e soprattutto di liquidità, altrimenti non si va da nessuna parte”. Secondo Falcomatà “bisognerà intervenire in sede parlamentare nella conversione del Decreto Legge individuando nuove risorse e nuovi strumenti.
Penso ai fondi per il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile, per la raccolta dei rifiuti, per i servizi sociali, ma soprattutto le coperture delle mancate entrate delle imposte che abbiamo sospeso e che intendiamo annullare, a cominciare – sottolinea – dalla Tari o dall’occupazione del suolo pubblico che deve essere oltre che gratuita, anche molto semplificata, attraverso procedure agili e molto rapide, per il rilancio delle attività del settore ristorazione”.