di Nico De Luca – Un dolore composto, interiore, quasi rassegnato quello che ha avvolto la bara bianca di Christian Antonio Procopio.
Il bambino di 9 anni morto lunedì sera a Catanzaro – LEGGI LA NOTIZIA – ha ‘salutato’ la famiglia ed i tantissimi parenti ed amici accorsi alla Chiesa di S. Teresa di Gesù Bambino, nel quartiere Giovino.
Il bambino di 9 anni morto lunedì sera a Catanzaro – LEGGI LA NOTIZIA – ha ‘salutato’ la famiglia ed i tantissimi parenti ed amici accorsi alla Chiesa di S. Teresa di Gesù Bambino, nel quartiere Giovino.
Sul feretro incorniciato da innumerevoli corone spiccavano la maglietta viola della sua Kennedy, la squadra in cui giocava da portiere già da quattro anni sotto la guida di mister Lello Moniaci; la maglietta del beach soccer Ecosystem con cui si divertiva d’estate; ma anche quella dell’US Catanzaro con il numero 1 ed il cognome del ragazzino, portata dal DS giallorosso Logiudice accompagnato dal team manager Gallo.
Tra i banchi, in numero limitato per le esigenze di distanziamento, un centinaio di persone; le altre hanno assistito nel piazzale opportunamente amplificato.
Tra i banchi anche il suo gemellino Riccardo, amorevolmente coccolato come e più di prima da papà Rodolfo e mamma Melania, ancora comprensibilmente frastornato.
Ad officiare le le esequie padre Pasquale Pitari, cappellano dell’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro e don Ivan Rauti, parroco della chiesa ospitante.
Improntata sul tema del ringraziamento l’omelia di padre Pasquale.
“La nostra patria è nei cieli altrimenti non si può spiegare la morte di un bimbo di 9 anni – ha detto – Tutti abbiamo perso qualche caro che si trova nei cieli: beh da oggi ci rivolgeremo anche a Christian che di sicuro ora sta tra le braccia del Signore.
Ripensiamo a tutti i momenti belli che Christian ci ha dato, perché ogni momento della vita è bello. Anche se finisce a 9 anni.
E’ un pensiero di fede che ci deve dare conforto, pensando alla resurrezione. Vorrei che in questo momento pensaste che Christian vi sta parlando attraverso me – ha continuato Pitari – ed ora vi dice grazie, grazie, grazie ancora per quanto mi avete dato. Grazie a papà e mamma in particolare.
Io sono nella verità – vi dice Christian. Così soltanto possiamo consolarci da questo mistero che è la morte.
Tra i banchi anche una piccola rappresentanza della Scuola Calcio, impossibilita a rendere un omaggio più corposo dalle regole anti contagio.
All’uscita della bara bianca, sotto un sole capriccioso, l’applauso attonito dei presenti ed il lancio di palloncini bianchi per l’ultimo viaggio di Cristian.
Non verso il mare che amava tanto, non in direzione dei campetti di Runci dove si allenava; ma per un luogo dove il suo corpicino riposerà tranquillo mentre la sua anima ed il suo ricordo daranno tregua al dolore di chi non lo avrà più con se.