Donna incinta privata del cellulare e picchiata dal compagno, arrestato cosentino

Il 26enne sfogava la sua collera percuotendola con una cinghia. Alla ragazza era stato impedito di frequentare i genitori
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Oggi pomeriggio, la Squadra Mobile di Cosenza ha dato esecuzione all’ordinanza di applicazione di misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Cosenza su richiesta del Procuratore Capo Mario Spagnuolo, a carico di un 26enne cosentino, pregiudicato, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali ai danni della compagna. Le indagini hanno permesso di dimostrare che l’uomo, già rinviato a giudizio per il reato di maltrattamenti in famiglia ai danni di una ex compagna, nonostante lo stato di gravidanza dell’attuale fidanzata, in più occasioni la picchiava con estrema violenza, causandole diversi lividi su tutte le parti del corpo, non disdegnando di sfogare la sua collera con l’utilizzo di una cinghia.

Donna soggiogata

Donna soggiogata

Il livello di sudditanza e di soggezione della donna era tale che l’uomo le imponeva di fare uso del telefonino solo in sua presenza, giungendo a imporle di non frequentare nessuno, tantomeno i suoi familiari, perché non voleva che questi la potessero indurre a ribellarsi o le potessero inculcare “strane idee” in testa contro di lui. La vittima, ormai in uno stato di completa soggezione psicologica, tendeva a trovare giustificazioni alle condotte del suo aguzzino al quale, contrariamente a lei, si sono ribellati i famigliari della donna che hanno chiesto aiuto alle Forze di Polizia, poiché molto preoccupati per le sorti della donna.

L’intervento della polizia

L’esperienza del personale della 3^ Sezione “Reati contro la persona, reati contro i minori e reati sessuali” della Squadra Mobile ha consentito agli investigatori di effettuare una dettagliata ricostruzione della delicata vicenda, facendo sì che si potesse intervenire con tempestività e determinazione, individuando e raccogliendo tutti gli elementi a carico del cosentino, che, rassegnati alla competente A.G., hanno consentito l’emissione in brevissimo tempo della misura cautelare.

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