Donna morta con i suoi bimbi, il marito: “Cerco ancora la verità” (SERVIZIO TV)

Di Carmen Mirarchi – E’ passato poco più di un anno da quel tragico 4 ottobre durante il quale persero la vita Stefania Signore e i suoi due figli Chistian e Nicolò. I tre erano rimasti intrappolati su un cavalcavia che collega San Pietro Lametino a San Pietro a Maida. I bambini avevano 7 e 2 anni e con la loro mamma stavano rientrando a casa dopo una normale ed intensa giornata. Il maltempo e le probabili condizioni della strada le cause della tragedia. Il marito di Stefania, padre dei due piccoli, Angelo Frijia, non riesce a darsi pace e vive in attesa di una sentenza, di una spiegazione che possa in qualche modo evitare che alcune tragedie accadano distruggendo altre famiglie.

Ai microfoni di Calabria 7 Angelo racconta quei momenti. “Mia moglie mi ha chiamato ed io sono subito corso sul posto chiamando mio cognato mai i soccorsi non rispondevano sono arrivati solo il giorno dopo”. Frijia parla delle condizioni della strada dove la sua famiglia ha trovato la morte e chiede che ci sia una messa in sicurezza per evitare che altre persone possano vivere ciò che la sua famiglia ha vissuto. L’anno scorso nel giorno dell’addio a Stefania e ai suoi due meravigliosi bambini c’erano tutti, autorità e cittadini. Duemila persone, un muro di gente che non si rassegnava e c’erano anche molte autorità. A distanza di un anno durante la messa in ricorso di queste tre vittime calabresi pochi i “personaggi” politici presenti a sostegno di Angelo.

Ai microfoni di Calabria 7 Angelo racconta quei momenti. “Mia moglie mi ha chiamato ed io sono subito corso sul posto chiamando mio cognato mai i soccorsi non rispondevano sono arrivati solo il giorno dopo”. Frijia parla delle condizioni della strada dove la sua famiglia ha trovato la morte e chiede che ci sia una messa in sicurezza per evitare che altre persone possano vivere ciò che la sua famiglia ha vissuto. L’anno scorso nel giorno dell’addio a Stefania e ai suoi due meravigliosi bambini c’erano tutti, autorità e cittadini. Duemila persone, un muro di gente che non si rassegnava e c’erano anche molte autorità. A distanza di un anno durante la messa in ricorso di queste tre vittime calabresi pochi i “personaggi” politici presenti a sostegno di Angelo.

Tra i pochi l’ex capo della protezione civile Tansi insieme a tante persone che hanno voluto ricordare ancora una giovane mamma che ha perso la vita con i suoi due figli in una tragedia che Angelo Frijia descrive come “evitabile”. Ai nostri microfoni questo giovani padre parla distrutto ma ha la forza di combattere ancora per arrivare alla verità. “Nulla è stato fatto per impedire il ripetersi di simili tragedie. Ho atto tanti appelli ma nessuno mi dà risposte. Di chi sono le responsabilità? Il reato da subito ipotizzato è stato di omicidio colposo plurimo. L’indagine è finalizzata a comprendere se quella piena anomalo potesse essere evitata o meno. Angelo Frijia ha paura che non riceverà mai una risposta, non saprà mai se la tragedia potesse essere evitata. Per questa ragione lancia un appello anche perché alcune tragedia non distruggano altre famiglie come la sua.

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