Dopo il terribile blitz nella storica sede di via Reggio Campi 109, che purtroppo ha distrutto gran parte dei reperti e del patrimonio documentale custoditovi, la Fondazione “Italo Falcomatà” si appresta a migrare. Cambierà presto sede, a quanto pare, la fondazione che ha due precipue finalità nel proprio Dna: coltivare e tramandare la memoria della figura e dell’operato di Italo Falcomatà, l’indimenticabile sindaco della “Primavera” di Reggio Calabria, e massimizzare la promozione e la fruizione della cultura.
La vedova Falcomatà, Rosetta Neto, presidente della Fondazione, ha comunque deciso in questo periodo post-Covid di restituire alla cittadinanza di Reggio Calabria i “classici” appuntamenti estivi promossi dalla Fondazione Falcomatà.
La vedova Falcomatà, Rosetta Neto, presidente della Fondazione, ha comunque deciso in questo periodo post-Covid di restituire alla cittadinanza di Reggio Calabria i “classici” appuntamenti estivi promossi dalla Fondazione Falcomatà.
Al centro del primo evento – programmato per le 19 di domani, venerdi 3 luglio, al Circolo del Bridge – la presentazione di Salutiamo, amico, ultima fatica letteraria del giornalista e scrittore reggino Gianfrancesco Turano con al centro la “fatidica” estate del 1970 che vide l’incontrollata esplosione della Rivolta di Reggio, che proprio quest’anno celebra i 50 anni dall’evento.
All’incontro, che sarà moderato dal giornalista di Calabria7 Mario Meliadò, insieme all’autore saranno presenti i giornalisti Tommaso Labate (giornalista politico di Corriere della sera e La7 e scrittore) e Pietro Raschillà (storico inviato Rai) e il magistrato Vincenzo Macrì (già tra le colonne della Direzione nazionale antimafia e poi procuratore generale presso la Corte d’appello di Ancona).
Una storia raccontata attraverso gli occhi di due ragazzini, all’epoca dei fatti appena tredicenni, la cui amicizia è messa in pericolo dalla separazione forzosa causata dalle barricate e dall’impossibilità di uscire di casa. Proprio dalle loro lettere, scambiate reciprocamente attraverso le mani dei genitori, si dipana la trama narrativa di Turano che, una volta per tutte, accende i riflettori sulle tante ombre che, cinquant’anni dopo, ancora caratterizzarono la storia dei fatti di Reggio: la cronaca rovente dei lunghi mesi delle barricate, la trattativa con il Governo e l’arrivo dell’esercito, il ruolo della ‘ndrangheta, l’eversione nera, la massoneria, gli apparati deviati dello Stato. Fari dunque su micro-storie personali ma anche sulla macrostoria, o meglio ancòra Storia di speranze tradite e di uno dei periodi più bui e controversi della storia dell’antica Reghion, molto oltre i riots per il capoluogo calabrese.