Mario Draghi ha finalmente pronunciato la parola ‘ndrangheta in un discorso pubblico. Lo ha fatto intervenendo al convegno all’Auditorium “Giorgio Gaber” di Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, sul tema “Il ruolo della finanza nella lotta alla mafia”. Il caso vuole anche dopo le critiche lanciate nei suoi confronti dal procuratore antimafia di Catanzaro Nicola Gratteri nel programma di Lillo Gruber andato in onda ieri sera su La7 (LEGGI QUI). Il premier ha lanciato l’allarme sulla ‘ndrangheta imprenditrice: “Le cosche come quelle della ‘ndrangheta si sono diffuse nel Nord Italia, in Lombardia, in Piemonte, in Liguria, in Veneto, in Valle d’Aosta, in Trentino Aldo Adige. Qui si è radicata la ‘mafia imprenditrice'”.
I tentacoli dei clan sulle imprese in difficoltà
I tentacoli dei clan sulle imprese in difficoltà
Draghi ha sottolineato in particolare un concetto: la mafia “si impossessa di aziende in difficoltà, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende inefficaci i servizi, danneggia l’ambiente”. Per questo “il contrasto alla criminalità organizzata non è solo necessario per la nostra sicurezza – ha concluso -, è fondamentale per costruire una società più giusta”. Poi la sua ricetta per contrastarla. “La mafia si sconfigge con la cultura della legalità: in famiglia, nelle scuole, sul lavoro, nelle istituzioni. Con lo sviluppo economico, che porti sicurezza, lavoro, fiducia. Con l’impegno dei giovani, degli imprenditori, della società civile. Con la buona amministrazione e la determinazione a estirpare le connivenze che ancora ci sono all’interno delle istituzioni”. Il presidente del Consiglio ha aggiunto: “Rispetto a trent’anni fa – spiega Draghi – la mafia ha assunto forme nuove, ma altrettanto temibili”.