Droga, 21 arresti a Roma: legami con la ‘ndrangheta di Platì (NOMI E VIDEO)

Blitz antidroga dei carabinieri del Comando Provinciale di Roma che hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone la misura cautelare in carcere, emessa dal Gip della Capitale, nei confronti di 21 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di droga, spaccio e detenzione ai fini di spaccio di droga in concorso, nonché tentato omicidio.

Gli arresti sono in corso di esecuzione a Roma, ma anche nelle province di Napoli, Reggio Calabria, Viterbo e Frosinone. Sono inoltre in corso perquisizioni nei confronti di altri 13 indagati, le cui condotte sono risultate collegate al traffico illecito di sostanze stupefacenti, attribuito agli arrestati. Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma, hanno consentito di portare alla luce un gruppo criminale dedito al traffico di tipo hashish, cocaina e marijuana, operante in una delle più importanti piazze di spaccio del quartiere romano di San Basilio. Tra gli arrestati ci sono diversi personaggi vicini alla ‘ndrina Marando di Platì, progressivamente insediatisi sul territorio popolare di San Basilio, gestendo, con l’ausilio di un considerevole numero di vedette e di pusher in vario modo coordinati, una costante, pervasiva e remunerativa attività di spaccio.

Gli arresti sono in corso di esecuzione a Roma, ma anche nelle province di Napoli, Reggio Calabria, Viterbo e Frosinone. Sono inoltre in corso perquisizioni nei confronti di altri 13 indagati, le cui condotte sono risultate collegate al traffico illecito di sostanze stupefacenti, attribuito agli arrestati. Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma, hanno consentito di portare alla luce un gruppo criminale dedito al traffico di tipo hashish, cocaina e marijuana, operante in una delle più importanti piazze di spaccio del quartiere romano di San Basilio. Tra gli arrestati ci sono diversi personaggi vicini alla ‘ndrina Marando di Platì, progressivamente insediatisi sul territorio popolare di San Basilio, gestendo, con l’ausilio di un considerevole numero di vedette e di pusher in vario modo coordinati, una costante, pervasiva e remunerativa attività di spaccio.

Le indagini prendono spunto dall’arresto in flagranza di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti eseguito il 18 marzo 2016, nei confronti del titolare del bar “Coffee Bean” nel quartiere Talenti, sorpreso a cedere cocaina e marijuana ad un avventore del proprio esercizio commerciale, poi individuato quale promotore di una organizzazione criminale dedita al narcotraffico, duramente colpita, nel luglio 2018, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 12 persone.

Il provvedimento cautelare di oggi è il frutto di ininterrotte indagini coordinate dalla DDA capitolina e delegate ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia Roma Montesacro che hanno consentito di disarticolare il  gruppo dedito al traffico, alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti in una delle piazze di spaccio più importanti in zona San Basilio, quella che si estende tra via Sirolo, via Mondolfo, via Pievebovigliana e via Corinaldo.

In una comunicato al termine dell’operazione è detto che l’attività investigativa ha consentito di individuare tre sodalizi criminali, collegati dall’attività dei fratelli Alfredo e Francesco (detto Ciccio) Marando, nativi di Platì, nel Reggino, e da alcuni anni residenti nel quartiere romano di San Basilio, figli del più noto Rosario e nipoti del narcotrafficante Pasquale Marando, questi ultimi indicati dagli investigatori come elementi di spicco dell’omonima ‘ndrina platinese. Alfredo e Francesco Marando erano in grado di movimentare significative quantità di droga, rifornendo non soltanto il gruppo ad essi direttamente facente capo e oggetto della misura cautelare suddetta, ma anche due altri gruppi operanti sul territorio.

Gli approfondimenti svolti dai carabinieri hanno fatto luce sulle dinamiche operative del folto gruppo dei Marando “che, progressivamente insediatosi sul territorio popolare di San Basilio, ha gestito, con l’ausilio di un considerevole numero di vedette e di pusher in vario modo coordinati, una costante, pervasiva e remunerativa attività di spaccio”. Dalle indagini scaturisce “una vera e propria consorteria, stabilmente dedita al narcotraffico, fondata sulla divisione dei compiti tra i capi, gli organizzatori, e i pusher e/o vedette”. Sodalizio che aveva trasformato, con metodiche ispirate al modello de “Le Vele” di Scampia, un popoloso complesso immobiliare in una enclave dove svolgere una costante e remunerativa attività di stoccaggio, gestione e spaccio di sostanze stupefacenti. La redditività dell’attività illecita veniva certificata anche in occasione di una perquisizione effettuata presso l’abitazione di alcuni degli arrestati, trovati in possesso della contabilità e di una notevole somma di denaro in banconote di vario taglio.

Nella nota è sottolineato che l’indagine “è stata condotta con non poche difficoltà, derivanti dalla presenza continua di vedette preposte al controllo”. Tuttavia, sono stati documentati numerosissimi episodi di spaccio, che hanno evidenziato chiaramente le dinamiche operative e l’organigramma del gruppo, suddiviso in pusher e/o vedette, organizzatori e capi. I primi assumevano le loro posizioni agli ingressi principali del comprensorio popolare e sui tetti degli immobili, con compiti interscambiabili di vigilanza e/o spaccio al minuto; il gruppo mutava di frequente a causa dei numerosi arresti in flagranza – oltre 90 – effettuati dai carabinieri della Compagnia Roma Monte Sacro. Gli organizzatori – diretti fiduciari dei capi – formavano invece un gruppo più ristretto, preposto al coordinamento dello spaccio, al prelevamento del narcotico dai luoghi di occultamento e al conseguente rifornimento dei pusher, custodendo altresì il ricavato delle vendite di droga.

Tra gli organizzatori emergono i fratelli Domenico Natale Perre, detto Micu, e Paolo, nativi di Platì, da qualche anno trasferiti a Roma nel quartiere San Basilio, nonché Marco Lenti e Gian Claudio Vannicola, sanbasilini dalla nascita.

Infine ci sono quelli che gli investigatori ritengono i capi e promotori del sodalizio, Alfredo e Francesco Marando: erano preposti alla direzione, vigilanza, coordinamento e gestione dei pusher e delle vedette, alla fissazione dei compensi spettanti a questi ultimi sulla base dell’attività svolta (stabilendone anche compiti, orari e reperibilità), alla definizione degli eventuali contrasti insorti tra i diversi accoliti e, ove necessario, alla assistenza legale e/o economica a favore dei sodali. Viene anche citato un episodio ritenuto emblematico: uno dei pusher, assentatosi per un giorno intero senza autorizzazione per recarsi al mare con la fidanzata, aveva ricevuto la durissima reazione di Alfredo Marando, il quale chiariva che quel giorno di riposo lo avrebbe potuto godere solo dopo aver trovato un sostituto per l’illecita attività.

Inoltre, sono state monitorate due autovetture identiche per modello e colore, adibite alla temporanea detenzione di sostanze stupefacenti, anche in virtù di apposito sistema di “doppiofondo”, mentre all’interno di un’abitazione a disposizione del gruppo, nell’aprile 2017 sono stati arrestati cinque persone sorprese a confezionare numerosissime dosi di narcotico, tratte da una provvista di 5 kg., tra cocaina, hashish e marijuana.

Durante l’attività d’indagine, sono stati segnalati alla Prefettura 38 soggetti quali assuntori di sostanze stupefacenti e sequestrati complessivamente quasi 3 kg di hashish, 12 di cocaina, quasi 1,5 di marijuana e la somma contante di poco più di 96mila euro, ritenuta provento dell’attività di spaccio.

Redazione Calabria 7

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