di Mimmo Famularo – Un intero quartiere trasformato in “market della droga”; minori utilizzati come vedette, postini e pusher; sistemi di videosorveglianza posti in ogni angolo per rendere il fortino dei rom inaccessibile agli uomini dello Stato; sassaiole contro le forze dell’ordine per evitare controlli e arresti; tossicodipendenti che si iniettavano l’eroina in pieno giorno, persino nel cortile di una scuola. Scene di ordinario degrado e di straordinaria follia. Dopo viale Isonzo, carabinieri e polizia irrompono anche nel quartiere “Aranceto”, zona Sud di Catanzaro, per un altro blitz. Il secondo nel giro di poche settimane. “Stessi investigatori, stessi magistrati, stessi ‘clienti'” ha sottolineato Nicola Gratteri nella conferenza stampa che ha illustrato i dettagli dell’operazione “Drug Family” che all’alba di oggi ha portato all’esecuzione di 30 misure cautelari (18 in carcere, 10 ai domiciliari e due obblighi di presentazione alla Pg). “E’ un’indagine fotocopia rispetto a quella di due settimane fa – ha ricordato il procuratore di Catanzaro – e ci siamo spostati nel quartiere Aranceto dove c’era una comunità abbastanza agguerrita che dominava in maniera asfissiante su un pezzo della città fino a stanotte”.
“Abbiamo migliorato la qualità della vita dei cittadini”
“Abbiamo migliorato la qualità della vita dei cittadini”
Gratteri ha quindi sottolineato l’importanza di questo genere di indagini. Non tutto è ‘ndrangheta ed esistono organizzazioni criminali che destano allarme sociale e che devono essere colpite con la stessa determinazione. Sono quelle che rendono invivibile la vita dei cittadini che seguono la strada dell’onestà e della legalità. “Con quest’indagine – ha dichiarato – pensiamo di aver migliorato la qualità della vita dei cittadini catanzaresi che possono ora stare più sereni e più tranquilli perché c’è ora meno criminalità comune e organizzata in città”.
Il degrado nella zona Sud di Catanzaro
L’allarme non era solo per lo spaccio di droga ma anche per le auto rubate a fini estorsivi con il cosiddetto metodo del “cavallo di ritorno” e, soprattutto, per l’utilizzo dei bambini negli affari illeciti allo scopo di arricchirsi. “Abbiamo sgominato – ha detto Gratteri – un’organizzazione spregiudicata che coinvolgeva nei suoi affari illeciti anche dei minori. Noi abbiamo fatto la nostra parte ma adesso altri organismi, quelli politico-amministrativi, devono occuparsi dell’aspetto sociale, del degrado presente in alcune aree urbane della città dove c’è emarginazione e violenza e dove si consente lo sfruttamento di minori nel periodo più delicato della loro vita”.
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