Drug Family, market della droga a Catanzaro: in 27 a processo (NOMI)

Il dibattimento inizierà il prossimo 16 marzo, anche se alcuni avvocati nei termini di legge hanno optato nei confronti dei loro assistiti per l'abbreviato

di Gabriella Passariello- Un’organizzazione criminale su base familiare, operante nell’area sud della città di Catanzaro, nel quartiere Aranceto, un sodalizio ben strutturato e con specifici ruoli assegnati ad ogni suo componente, a partire dai promotori, passando per gli organizzatori degli approvvigionamenti fino ad arrivare agli esecutori nella distribuzione al minuto di hashish, cocaina ed eroina. Con le accuse a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, detenzione di droga ai fini di spaccio, estorsione, la Dda di Catanzaro ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per 27 imputati finiti nell’inchiesta Drug Family, che ha portato gli uomini della compagnia dei Carabinieri di Catanzaro, guidati dal colonnello Roberto di Costanzo e della Squadra mobile della Questura del capoluogo calabrese diretta da Fabio Catalano a notificare ad ottobre dello scorso anno 30 misure cautelari di cui 18 in carcere, 10 ai domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Tra gli imputati  anche l’ex collaboratrice di giustizia Natascia Paparazzo, detta Occhianera, che ha consentito ad investigatori e magistrati di fare quadrato sull’associazione capeggiata da Marco Passalacqua. 

La Dda ha chiesto e ottenuto l’immediato

La Dda ha chiesto e ottenuto l’immediato

Fermo restando che gli imputati potranno nei termini di legge optare per il rito abbreviato, vanno all’immediato  Nino Berlingiere, 22 anni di Catanzaro; Antonino Berlingieri, 47 anni, detto “Pastina” di Catanzaro, Cosimo Bevilacqua, 23 anni, detto Coccolino, di Catanzaro; Cosimo Bevilacqua, 24 anni di Catanzaro; Fabio Bevilacqua, 30 anni di Catanzaro; Luciano Bevilacqua, 33 anni, di Catanzaro; Massimo Bevilacqua, 44 anni, detto U Malloscio, di Catanzaro; Maurizio Bevilacqua, 48 anni, di Catanzaro; Luca Catania, 29 anni, di Catanzaro; Fabio Critelli, 45 anni, di Catanzaro; Giuseppe Mungo, 34 anni, di Borgia; Vincenzo Palleria, 42 anni, di Girifalco; Natascia Paparazzo, detta Occhianera, 31 anni, di Catanzaro; Cosimo Damiano Passalacqua, 26 anni, di Catanzaro; Daniele Passalacqua, detto Lupen, 31 anni, di Catanzaro; Domenico Salvatore Passalacqua, detto Geppetto, 22 anni, di Catanzaro; Enzo Passalacqua, 32 anni, di Catanzaro; Fiorella Passalacqua, 34 anni, di Catanzaro; Franco Passalacqua detto Bis, 38 anni, di Catanzaro; Marco Passalacqua, detto Coccio d’Olivo, 25 anni, di Catanzaro; Rossella Passalacqua, detta Ro ro, 38 anni, di Catanzaro; Silvana Passalacqua, 47 anni, di Catanzaro; Angela Tropea, 24 anni, di Cropani; Damiano Veneziano, 22 anni, di Catanzaro; Giovanni Veneziano, detto U voi, 41 anni, di Catanzaro e Maurizio Vetere, 38 anni di Catanzaro.

Lo smercio in via Teano e le spie per monitorare le Forze dell’Ordine

Il business dello spaccio, dall’hashish alla marijuana, alla cocaina e alla eroina, sarebbe iniziata nell’abitazione di via Teano al civico 19 e lo smercio,  al terzo e al quarto piano dell’edificio, talvolta utilizzando per nascondere la droga l’appartamento a piano terra (LEGGI QUI).  Paparazzo ha confermato durante le sue dichiarazioni, in base a quanto risulta nell’ordinanza vergata dal gip Gaia Sorrentino, che tanto lei, che Marco Passalacqua e Domenico Salvatore Passalacqua avevano a disposizione un impianto di videosorveglianza per controllare gli accessi agli appartamenti ed eventuali incursioni delle Forze di polizia. All’esterno, invece, c’era chi faceva la guardia, avvertendoli mediante walkie talkie oppure mandando l’allerta con dei ragazzini. A tenere i rapporti con i fornitori, Marco Passalacqua, che avrebbe utilizzato un telefono, nel quale inseriva schede intestate a persone straniere e le comunicazioni avvenivano mediante Whatsapp. La donna avrebbe consegnato gli utili al marito, il quale li divideva con il fratello, ritenendo che il coniuge trattenesse per sé parte dei guadagni, custoditi sotto l’armadio della camera da letto “al riparo dalle perquisizioni”.

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