Magistrati a cena in casa Pittelli, Csm diviso sul caso di due giudici

Domani il plenum è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale aperta un anno fa nei loro confronti
pittelli

Era il 16 marzo del 2018 quando entrambi presero parte a una cena nell’abitazione dell’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia, indagato prima e ora sottoposto a misure cautelari coercitive e imputato di concorso esterno in associazione mafiosa nel processo ‘Rinascita Scott’ alle cosche di ‘ndrangheta del Vibonese. Adesso, il caso di due consiglieri della Corte d’appello di Catanzaro Giuseppe Perri e Pietro Scuteri – all’epoca entrambi giudici per le indagini preliminari al tribunale della stessa città – divide il Consiglio superiore della magistratura.

Nella giornata di domani, mercoledì 8 giugno, infatti, il plenum è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale aperta un anno fa nei loro confronti. A formularla la Prima Commissione, che però su questa decisione si è letteralmente spaccata: solo due i voti favorevoli (del laico M5s Alessio Benedetti e della togata di Magistratura Indipendente Paola Braggion), due anche le astensioni (di Elisabetta Chinaglia di Area e di Carmelo Celentano) e il voto contrario dell’ex pm di Palermo Nino Di Matteo, mentre il laico di Forza Italia Michele Cerabona non ha partecipato alla votazione.

Nella giornata di domani, mercoledì 8 giugno, infatti, il plenum è chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di archiviare la procedura di trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale aperta un anno fa nei loro confronti. A formularla la Prima Commissione, che però su questa decisione si è letteralmente spaccata: solo due i voti favorevoli (del laico M5s Alessio Benedetti e della togata di Magistratura Indipendente Paola Braggion), due anche le astensioni (di Elisabetta Chinaglia di Area e di Carmelo Celentano) e il voto contrario dell’ex pm di Palermo Nino Di Matteo, mentre il laico di Forza Italia Michele Cerabona non ha partecipato alla votazione.

Ai due magistrati contestati “i rapporti di non distaccata frequentazione con Pittelli”, durante i quali si sarebbero occupati di procedimenti patrocinati dall’avvocato. Rapporti di cui sono venuti a conoscenza magistrati e avvocati che hanno seguito il procedimento Rinascita Scott e che per questo sarebbero potenzialmente in grado di compromettere la possibilità per i due giudici di svolgere, “in maniera serena, indipendente ed imparziale, anche sul piano della percezione esterna e della necessaria credibilità”, le loro funzioni nel settore penale della Corte d’appello di Catanzaro.

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