di Gabriella Passariello- E’ arrivata sul tavolo dell’ufficio gip- gup del Tribunale di Catanzaro la richiesta di rinvio a giudizio per Saleem Masiji, 29enne, accusato del duplice omicidio di Giuseppe Sestito e di Vincenzo Marino, con l’aggravante dell’uso di armi improprie e di lesioni personali nei confronti di Giorgetta Arcuri colpita dal manico di una zappa, mentre cercava di schermare uno dei due uomini dalla furia omicida del pakistano quel maledetto 9 settembre alla Valle dei Mulini a Catanzaro, che le è costato un trauma contusivo all’avambraccio destro e alla spalla destra. Secondo le ipotesi accusatorie il pakistano, raggiunto da una misura cautelare in carcere vergata dal gip Pietro Carè, avrebbe colpito ripetutamente con una zappa i due uomini, compiendo atti diretti a provocarne la morte.
La duplice aggressione culminata in tragedia
La duplice aggressione culminata in tragedia
Un’aggressione avvenuta in due tempi. In un primo momento mentre si trovava vicino alle stalle del maneggio, avrebbe colpito alla testa con la parte metallica posteriore della zappa Marino, facendolo cadere a terra e anche quando la vittima era stremata al suolo avrebbe continuato a bastonarla su tutto il corpo. Poi l’indagato si sarebbe allontanato recandosi nel parcheggio del maneggio, teatro del secondo atto dell’aggressione. E’ qui che il 29enne avrebbe incontrato Giuseppe Sestito, aggredendolo con la zappa alla testa e come accaduto per la prima vittima, avrebbe anche questa volta infierito su Sestito mentre era riverso a terra. Gesti di inaudita violenza che non hanno lasciato scampo a Sestito e a Marino morti in ospedale, il primo, dopo due giorni di agonia e il secondo il 22 settembre, entrambi per “schock traumatico secondario a trauma cranio-facciale con emorragia cerebrale massiva e fratture craniche multiple”. Il gup Antonella De Simone ha fissato l’udienza preliminare il prossimo 24 maggio, dove nel contraddittorio tra accusa e difesa rappresentata dall’avvocato Enzo Savaro, mentre le parti civili, i familiari delle vittime, sono assistite dallo studio De Caro e dell’avvocato Vittoria Aversa, deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal sostituto procuratore Irene Crea.
La confessione shock
“Umiliato e offeso per oltre un anno da tutti i frequentatori del maneggio. Per questo ho fatto quello che ho fatto”. Saleem Masiji, che lavorava alla Valle dei mulini ha ammesso le proprie responsabilità in sede di interrogatorio davanti al pm prima e al gip dopo, riferendo di aver perso il controllo davanti all’ennesimo episodio di scherno da parte di Marino e di averlo aggredito: “Mi sono molto arrabbiato e ho preso una zappa e l’ho colpito alla testa con la parte di metallo del retro, non dalla lama. Lui è caduto per terra e io l’ho colpito altre volte mentre era a terra”. Accecato dall’ira ha continuato ad aggredire tutte le persone che incontrava sul suo cammino: “Giunto nel parcheggio è arrivato Pippo (Giuseppe Sestito ndr) ed è sceso dalla macchina chiedendomi cosa stessi facendo. Dato che anche lui mi prende sempre in giro (…), anche se oggi non me l’ha detto, ho colpito anche lui con la pala, anche lui è caduto a terra e l’ho colpito altre due volte quando era a terra”.
“L’ho colpita perché preso in giro”
C’erano due donne ad aver assistito alla tragedia: “Hanno visto tutto, e si sono avvicinate e così ho colpito una delle due, perché lei mi dice quello che mi dicono tutti”. La furia dell’indagato cessa nel momento in cui alcune persone lo colpiscono, fino a farlo cadere a terra, ferendolo in testa, prima che potesse riuscisse a scappare, fermato verso l’ingresso dell’ippodromo. A detta di un testimone oculare e dello stesso indagato, bloccato da due persone allo stato non identificate.
“Non volevo uccidere”
In sede di convalida davanti al gip, sostanzialmente, il 29enne conferma la versione fornita al pm. Riferisce di essere stato oggetto di scherno più volte da parte di Marino anche il giorno dell’aggressione quando ha afferrato la zappa e lo ha colpito in testa, senza che la vittima avesse avuto la possibilità di difendersi, “non era in grado di accorgersi di quanto da lì a poco gli sarebbe accaduto”. Successivamente ha aggredito anche Sestito: gli aveva chiesto conto dell’accaduto e lo ha colpito alle spalle, per poi continuare a bastonarli entrambi nonostante fossero finiti a terra . L’unica dissonanza rispetto ai fatti raccontati al pubblico ministero è stato quello di aver colpito Sestito con un manico di legno e non con la parte metallica della zappa. Poi la dichiarazione shock:“Non avevo intenzione di uccidere, volevo solo mandarli in ospedale”.