Duplice omicidio Falcone-Iannoccari, la faida di Roccelletta e le dichiarazioni dei pentiti

duplice omicidio falcone

di Gabriella Passariello

Le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito di trovare riscontri sulla faida nel Comune di Roccelletta e aree limitrofe, facenti capo al gruppo Catarisano e a quello dei Cossari-Falcone e a chiudere il cerchio sul duplice omicidio di Massimiliano Falcone e Davide Iannoccari avvenuto il 20 novembre 2006 nel Catanzarese, consentendo al gip di emettere su richiesta della Dda un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Abbruzzo, 42 anni e Francesco Gualtieri, 39 anni, già dietro le sbarre, perché coinvolti nell’operazione Jonny.

Le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia hanno consentito di trovare riscontri sulla faida nel Comune di Roccelletta e aree limitrofe, facenti capo al gruppo Catarisano e a quello dei Cossari-Falcone e a chiudere il cerchio sul duplice omicidio di Massimiliano Falcone e Davide Iannoccari avvenuto il 20 novembre 2006 nel Catanzarese, consentendo al gip di emettere su richiesta della Dda un’ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Abbruzzo, 42 anni e Francesco Gualtieri, 39 anni, già dietro le sbarre, perché coinvolti nell’operazione Jonny.

Le dichiarazioni di Moscato… Durante l’interrogatorio reso il 3 luglio 2005, il collaboratore di giustizia Raffaele Moscato riferisce ai magistrati dell’esistenza della cosca Catarisano indicando in Salvatore Abbruzzo e Francesco Gualtieri due pericolosi “azionisti”, informazioni, a detta del pentito, apprese in carcere direttamente da Giuseppe Cosco e Roberto Valeo. Quest’ultimo, in particolare, gli avrebbe raccontato della presenza nel suo gruppo criminale di tale Salvatore, indicato come la persona a capo del gruppo:“ il responsabile di tutto è un certo Salvatore , quello là lo definisce il capo lui”. Parlando degli altri componenti il gruppo, Valeo menziona Giuseppe Cosco e tale Francesco ed è sempre Valeo a riferire al pentito, la caratura criminale di Abbruzzo e Gualtieri, considerati “azionisti” in seno alla cosca di appartenenza, particolarmente temuti per la loro inclinazione a compiere efferate azioni sanguinarie. Moscato riferisce, inoltre, come Cosco gli aveva comunicato  che nel loro gruppo vi era una persona che aveva subito un attentato mentre accompagnava la figlia a scuola, con chiaro riferimento al tentato omicidio di Leonardo Catarisano avvenuto il 23 maggio 2008.

… E quelle di Gennaro Pulice. Ad arricchire il quadro indiziario le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia  Gennaro Pulice, esponente della consorteria di ‘ndrangheta Iannazzo- Daponte-Cannizzaro di Lamezia terme, che ha riferito ai pm l’esistenza di un’organizzazione criminale di stampo mafioso composta da Leonardo Catarisano, Salvatore Abbruzzo, Francesco Gualtieri e Leonardo Catarisano, quest’ultimo indicato come titolare di una rivendita edile di fronte ad un noto ristorante. Il 16 luglio 2015, Pulice, in seguito ad un interrogatorio, si è autoaccusato dell’omicidio di Rosario Passafaro indicando il mandante in Salvatore Cossari. Nei giorni successiva all’omicidio, Pulice racconta che nel corso di un incontro con Salvatore Cossari, lo stesso, oltre ad esternare i propositi omicidiari nei confronti del fratello Rosario, Giulio Cesare Passafaro, avrebbe esternato le sue preoccupazioni su Abbruzzo e Gualtieri, che a dire di Salvatore Cossari,  erano uomini di Rosario Passafaro, capaci di compiere omicidi. Sulle potenzialità criminali di Abbruzzo e Gualtieri, Pulice trova riscontro nel fatto che Giovanni Trapasso gli aveva riferito che Abbruzzo e Gualtieri si erano resi responsabili dell’omicidio di un noto imprenditore del Soveratese tale Longo, nonché del duplice omicidio di Falcone e Iannoccari. Il collaboratore aggiunge che Abbruzzo e Gualtieri dopo la morte di Salvatore Cossari e prima ancora dei fratelli Passafaro avessero preso il controllo del territorio ricadente nel comune di Borgia e nei paesi limitrofi, di aver conosciuto Salvatore Cossaritramite il nipote Giuseppe Cossari, con cui aveva trascorso un periodo di detenzione nella casa circondariale di Siano. Nelle sue dichiarazioni Gennaro Pulice opera una  distinzione tra i due cugini Giuseppe Cossari, 47 anni e Giuseppe Cossari 45 anni, figli di due fratelli Antonio e Domenico, riferendo che a Roccelletta di Borgia vi era un gruppo criminale formato da Abbruzzo, Gualtieri e il titolare della rivendita di materiale edile di fronte un noto ristorante. I discorsi intrattenuti con Giuseppe Cossari, 47 anni, vertevano oltre che sul tentato omicidio di Oliva, anche su Falcone con cui, a dire di Cossari, erano molto amici, così come emerge dall’indagine Falcos. I due insieme a Rosario Passafaro e Giulio Cesare Passafaro, secondo le dichiarazioni di Pulice, erano i promotori e gli organizzatori dell’associazione di tipo mafioso gravitante nel comune di Borgia e di Roccelletta. Riferisce, inoltre, che l’omicidio di Falcone era da imputare ad Abbruzzo e Gualtieri. Una circostanza che Pulice apprende nei vari colloqui con Giovanni Trapasso focalizzati principalmente sui lavori in corso a Germaneto e riguardanti l’eolico, “mi fece comunque intendere (Giovanni ndr), ma più che intendere quasi palesemente dire, che anche Falcone era stato ucciso da questi ragazzi. Cioè a mettere mano sul territorio di Roccelletta erano gli Abbruzzo e Gualtieri che avrebbero comunque ucciso Salvatore Cossari, Falcone e avrebbero attentato alla vita di altri Cossari, credo di Giuseppe il boscaiolo o il macellaio”.

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