“Il dottore Gratteri è il mio modello di vita”. Così risponde a una domanda della professoressa di religione Davide Cacciatore, uno studente che frequenta la classe prima del Liceo Scientifico Berto di Vibo Valentia, una delle più importanti e dinamiche realtà scolastiche sul territorio calabrese. Risponde senza esitazione, Davide, e l’insegnante si chiede immediatamente se fosse possibile fargli incontrare di persona, faccia a faccia, il suo eroe, l’uomo che più ammira nella vita. Uscita dall’aula, la professoressa scrive alla Procura di Catanzaro e dopo qualche giorno, arriva la risposta: “Il dottore Gratteri vuole e può incontrare Davide”. Così Davide, martedì 10 maggio si reca all’incontro, con la sua preside, la prof Caterina Calabrese e con la sua insegnante di religione Lucia Quattrocchi.
“Lo Stato in mezzo a noi”
“Lo Stato in mezzo a noi”
Il dottore Gratteri li riceve nella biblioteca adiacente il suo ufficio personale, nel palazzo della Procura di Catanzaro. Nel corridoio decine di targhe, riconoscimenti, premi… perché si sa, il dottore Gratteri, e chiunque come lui, è lo Stato in mezzo a noi; è lo Stato degli uomini che si sono sacrificati per noi, che sono a servizio della nostra sicurezza, della nostra legalità e dei nostri valori fino all’estremo sacrificio; uomini, donne, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti… eroi divenuti tali attraverso la Scuola, sorgente e segno di legalità, di onestà, dei valori più alti e più nobili. E la Scuola è garante dello Stato; non vi è Stato, legalità, democrazia, cittadinanza, senza la Scuola.
Il ruolo della scuola
Il dottore Gratteri parla con Davide, gli fa domande, gli regala un libro e una penna: sembra quasi di ascoltare le parole di Malala Yousafzai quando, in un celebre discorso tenuto alle Nazioni Unite affermò che solo un insegnante, un alunno, una penna, un quaderno e un libro possono cambiare il mondo. Gli ripete più volte, come fa con tutti i ragazzi che incontra nella sua vita: “Studia, studia…” Glielo ripete più e più volte, sottolineando quanto sia fondamentale ed efficace la forza che possiede la scuola nell’educare nella legalità e nell’onestà. Le emozioni non sono finite. Uscendo dall’ufficio del magistrato, due immagini appese al muro: nella prima vi sono Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, nella seconda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per non dimenticare mai, per non arrendersi mai…
“Il desiderio di giustizia”
“Mi sono sempre chiesta – afferma la professoressa Quattrocchi – come nasca e si sviluppi nella coscienza di uomini di Stato, come il dottore Gratteri, una motivazione talmente forte da portarli ad accettare di mettere a rischio la propria vita e di convivere continuamente nel pericolo pur di combattere il malaffare. Ebbene, la risposta è una sola: questo desiderio di giustizia nasce tra i banchi di Scuola. Non ho compiuto nulla di straordinario, ho fatto semplicemente l’insegnante e ringrazio la Preside, da sempre in prima linea nella lotta contro l’illegalità, per avere compreso l’importanza di questo incontro. Spero di aver piantato – conclude la Quattrocchi – un seme di legalità nella coscienza di Davide. Lui non dimenticherà facilmente questa incredibile esperienza e gli auguro, come uomo e cittadino, di riuscire a metterla a frutto con onestà e lottando per la legalità”.