La fidanzata di Denis Bergamini, appresa la notizia della morte del suo futuro sposo, non accetta l’ipotesi del suicidio. A caldo scrive ai genitori del calciatori una lettera esprimendo il proprio scetticismo. La missiva viene depositata negli uffici della Procura di Castrovillari nel dicembre del 1989. Ecco il testo scritto da Roberta Alleati che racconta i turbamenti del centrocampista del Cosenza trovato cadavere sulla statale 106 a Roseto Capo Spulico poco distante dall’auto con a bordo la sua ex Isabella Internò oggi accusata di omicidio volontario pluriaggravato.
Il sentimento soffocato
Il sentimento soffocato
“Mi chiamo Roberta Alleati, ho 23 anni e abito a Russi. Lo so voi non mi conoscete e so anche che quello che io sto per dirvi vi sconvolgerà ancora di più di quanto già non lo siate. Ero io la ragazza di Denis e non Isabella come tutti pensano. Non sapevate nulla, lo so, ma nessuno sapeva, neanche i miei genitori, perché era Denis che lo voleva. Mi aveva anche già chiesto di sposarlo la prossima estate: “Voglio sconcertare tutti quanti e la mia sposa la conosceranno il giorno in cui annuncerò il mio matrimonio”, ripeteva sempre Denis orgoglioso. Avevo conosciuto Denis sei anni fa, quando avevo ancora 16 anni a Russi dove lui giocava: già allora avemmo un’avventura sentimentale, che ci fu troncata purtroppo dall’alta dirigenza della squadra. Perdemmo ogni contatto quanto lui partì per Cosenza: ci siamo rincontrati quest’anno a maggio per caso sempre nel mio paese, ed è bastato rivederci per riaccendere un sentimento che era stato soffocato”.
La decisione: rimanere a Cosenza o cambiare squadra
“Siamo stati molto insieme questa estate prima che ripartisse per il ritiro e siamo stati veramente bene. Il giorno prima di partire venne a casa mia a cena e prima di salire in macchina, mi chiese di sposarlo lasciandomi veramente di stucco. Diceva che mi amava moltissimo, come non aveva mai amato nessun’altra ragazza, gli piaceva tutto di me, mi adorava diceva, e sapeva che io era la donna della sua vita, ne era sempre stato convinto, ripeteva. Mi ringraziò per averlo aiutato nel recupero dell’infortunio e di tutto quello che gli davo e diceva che ne era veramente felice. Discutemmo insieme quando dovette prendere una decisione, se rimanere a Cosenza o cambiare squadra. Mi telefonava spessissimo a volte anche tutti i giorni, non poteva fare a meno di sentire la mia voce. Era sempre allegro, con una voglia di vivere che sapeva dell’incredibile, adorava il calcio e, anche se non lo dimostrava, la sua famiglia, in modo particolare sua nipote e mi confessò che avere un figlio era il più grande sogno della sua vita ed era felicissimo perché sarei stata io la madre dei suoi figli”.
Il segreto della relazione
“Sarei dovuta andare a Cosenza a fine settembre, ma poi per un imprevisto saltò tutto quanto; allora decidemmo che sarei andata giù per il mio compleanno che è il 5 dicembre. Non vedeva l’ora, diceva, aveva già deciso il regalo che mi avrebbe fatto e tutto concitato continuava a ripetermi che mi avrebbe organizzato una bellissima festa, che non vedeva l’ora di farmi conoscere i suoi compagni in particolar modo Michele Natale. Diceva che mi avrebbe portata a pranzo da voi perché desiderava che vi conoscessi “ma bada” diceva “sarai presentata come una mia cara amica e non come la mia ragazza, ricordi dobbiamo mantenere il nostro segreto”. Io fino ad oggi ho sempre taciuto. Ho deciso di chiedere consiglio a voi perché proprio non so come comportarmi”.
C’era qualcuno che gli voleva male
“Denis mi telefonò due giorni prima di quel sabato, mi raccontò le solite cose, ma sentii nel suo tono, nella sua voce, che c’era qualcosa che non andava, sentivo che non era tranquillo e allora gli chiesti una spiegazione. Dapprima non mi disse niente, dicendo che non era nulla per cui valesse la pena di preoccuparsi e che potevo stare tranquilla. Ma io lo conoscevo bene e non convinse affatto, quindi insistetti dicendogli che sapeva benissimo che si poteva fidare di me e che mi aveva sempre confidato tutti i suoi problemi. Mi confessò dopo molte titubanze che c’era qualcuno che gli voleva male. Io sorridendo ribattei dicendo che forse era solo un’impressione, lui mi rispose alterato che se lo diceva era sicuro. Mi chiese subito scusa per il modo in cui mi aveva risposto, che gli dispiaceva moltissimo. Gli chiesi se avesse fatto dei torti a qualcuno. Mi rispose dopo un attimo di silenzio: “L’unico torto che posso avere fatto è stato quando ho lasciato Isabella”. Io risposi “ma che torto puoi averle fatto, se una relazione finisce”. Lui continuò a parlare: “ma sai ricordati che qua siamo in Meridione e sai come sono. Io iniziai la relazione con lei quando aveva ancora 16 anni e già il fatto che lei fosse così giovane era un problema, poi siamo stati insieme per tre anni, lei voleva che la sposassi io invece no e poi l’ho anche lasciata. Per qualcuno forse è stato un brutto affronto”. Io a questo punto non sapevo più cosa dire, mi limitai a ribadire che forse si sbagliava. “Anch’io spero di sbagliarmi, comunque vedrò di cercare di saperne il più possibile e prendere i provvedimenti del caso. Spero di risolvere tutto nel migliore dei modi””.
“Aiutatemi, ho paura”
“Poi cambiò discorso, mi salutò dicendo che avrebbe telefonato alla domenica sera dopo la partita ed era sicuro che avrebbe segnato perché voleva dedicarmi il gol. “Alla mia futura sposa” – diceva – “ti amo tanto”. Sono state le ultime parole che i ha detto il mio amore e mai più lo sentirò. Il mio dolore non ha fine, e non ho nessuno che possa aiutarmi, si è portato via con sé il mio cuore e ha lasciato un vuoto dentro di me incolmabile. La mia felicità infinita è svanita in un attimo. Fino ad ora avevo taciuto tanto è il mio dolore ma il peso da sopportare è troppo grande: mi rivolgo a voi e vi chiedo aiuto con tutto il cuore, gli unici che possono aiutarmi siete voi. Cosa devo fare? Devo fare sapere tutto ciò al sostituto procuratore Abbate, oppure tenermi segreto quello che Denis mi disse per tutta la vita? Ho tanta paura, vi prego aiutatemi”. (mti)