Natale Mazzuca, presidente del Comitato per le Politiche di Coesione di Confindustria e presidente di Unindustria Calabria, parla dell’economia calabrese che registra una crescita contenuta.
“Dal rapporto Pmi Mezzogiorno emergono segnali contrastanti sullo stato di salute dell’economia meridionale: prosegue nel 2018 il progressivo ma lento miglioramento, ma le prospettive per i mesi a venire restano incerte. I risultati positivi degli ultimi anni sono il risultato della scelta di sostenere in maniera massiccia gli investimenti privati tramite lo strumento del credito di imposta Mezzogiorno e l’iperammortamento. Garantire l’orizzonte temporale di questi strumenti e’ percio’ fondamentale.
“Dal rapporto Pmi Mezzogiorno emergono segnali contrastanti sullo stato di salute dell’economia meridionale: prosegue nel 2018 il progressivo ma lento miglioramento, ma le prospettive per i mesi a venire restano incerte. I risultati positivi degli ultimi anni sono il risultato della scelta di sostenere in maniera massiccia gli investimenti privati tramite lo strumento del credito di imposta Mezzogiorno e l’iperammortamento. Garantire l’orizzonte temporale di questi strumenti e’ percio’ fondamentale.
Nel 2017 la crescita della regione e’ mediamente piu’ contenuta (+2,7%). Crescono gli occupati nelle piccole PMI calabresi (+10,1%) e in quelle medie (+4,4%). In valori assoluti il numero di occupati nelle PMI calabresi e’ di 43mila addetti.
L’apertura e la crescita dimensionale – si legge nel rapporto – potrebbero dare alle Pmi meridionali energie nuove per affrontare la terza sfida decisiva: quella dei mercati internazionali. Su un totale di 30mila Pmi, quelle a forte vocazione internazionale sono ancora troppo poche, solo 2.500, l’8,7% del totale (il 20,7% in Italia). La presenza di societa’ che hanno una forte vocazione internazionale e’ in Calabria molto piu’ ridotta che nel resto d’Italia: solo 82 societa’, il 5% del totale delle PMI, hanno uno score ‘certo o molto alto’, contro una quota del 20,7% calcolata a livello nazionale e dell’8,7% per il Mezzogiorno nel suo complesso”. Secondo le previsioni di Confindustria e Cerved, “imprese piu’ solide, piu’ aperte e piu’ internazionalizzate possono affrontare meglio una congiuntura che non si annuncia facile”.
“Oggi gli ambiti che presentano un approccio integrato e innovativo allo sviluppo del Mezzogiorno e della Calabria – conclude Mazzuca – si chiamano Zone Economiche Speciali. Prevedono in un’unica soluzione interventi di sostegno alle imprese, miglioramenti infrastrutturali e semplificazione amministrativa. Hanno, insomma, tutte le caratteristiche per costituire un laboratorio efficace per il rilancio dei territori”.
Redazione Calabria 7