Tra Comunali e Referendum, seggi aperti in Calabria. Incognita sull’affluenza

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I seggi sono aperti dalle 7 di questa mattina in tutta Italia per l’election day. Si vota oggi e domani (20 e 21 settembre) per il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari, per le regionali in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania, Puglia e Valle d’Aosta e per le Amministrative in 1.178 Comuni. Inoltre si tengono anche due suppletive, in due seggi uninominali vacanti del Senato. Sono chiamati alle urne per il referendum costituzionale 46.415.806 elettori, in un totale di 61.622 sezioni.

Il voto in Calabria

Il voto in Calabria

Le sfide principali sono quelle che andranno di scena a Reggio Calabria e Crotone, i due capoluoghi di provincia che torneranno alle urne. Gli altri centri più grandi interessati da questa tornata elettorale sono Castrovillari, San Giovanni in Fiore (ben 7 gli aspiranti sindaci), Cirò Marina e Taurianova, che hanno tutti una popolazione superiore alle 15mila unità: anche qui potrebbe rendersi necessario il ballottaggio, già fissato per il 4 e 5 ottobre. Si vota anche in alcuni grossi centri calabresi: a San Lucido, Cetraro e Scalea nel Cosentino; Scilla, Polistena e Melito Porto Salvo nel Reggino; Soverato nel Catanzarese e Serra San Bruno nel Vibonese.
In totale gli elettori calabresi interessati da questa tornata amministrativa sono 543.834 distribuiti in 672 sezioni. Si tratta, tuttavia, di un dato teorico, non sempre corrispondente alla realtà dei fatti. Già, perché soprattutto nei piccoli centri montani, si registrano più elettori che residenti. Il motivo? Molte persone risultano inseriti negli elenchi dell’Anagrafe italiani residenti all’estero.

Il voto a Reggio Calabria

Nove i candidati a contendersi la fascia tricolore di sindaco e 914 i candidati consiglieri. Il sindaco uscente Giuseppe Falcomatà è sostenuto da una coalizione di 11 liste, tra cui il Partito Democratico e molte civiche. Il candidato del centrodestra Antonino Minicuci, l’uomo indicato agli alleati della coalizione dal leader della Lega Matteo Salvini, è appoggiato da 10 liste, tra cui Forza Italia, Fratelli d’Italia e quella del Carroccio. Gli altri candidati sono Saverio Pazzano con le liste “La Strada” e “Riabitare Reggio”; il massmediologo Klaus Davi con la lista “Klaus Davi per Reggio”; Fabio Foti del Movimento Cinque Stelle; Fabio Putortì con”Miti-Unione del Sud”; Pino Siclari del Partito comunista dei lavoratori; Maria Laura Tortorella con “Patto civico” e Angela Marcianò, ex componente della segreteria nazionale del Pd ed ex assessore nella Giunta Falcomatà adesso appoggiata dal Movimento sociale Fiamma Tricolore e da altre tre liste civiche: “In Marcia”, “Identità reggina” e “Per Reggio città metropolitana”.

Il voto a Crotone

Sono quattro i candidati che si contendono la fascia di primo cittadino a Crotone alle elezioni per il consiglio comunale, sciolto anticipatamente nel dicembre dello scorso anno dopo le dimissioni rassegnate dal sindaco Ugo Pugliese, coinvolto in una inchiesta giudiziaria con l’ipotesi accusatoria di abuso d’ufficio. Venti le liste che sosterranno i quattro candidati, metà delle quali schierate dalla sola coalizione di centrodestra a sostegno dell’aspirante sindaco Antonio Manica, 54enne avvocato tributarista, alla sua prima esperienza politica. Sul fronte del centrosinistra la novità è rappresentata dall’assenza di una lista ufficiale del Pd, conseguenza della contrapposizione fra due fazioni interne ai dem crotonesi che si sono contese fino all’ultimo, ma inutilmente, l’uso del simbolo: la prima che fa capo al commissario provinciale Franco Iacucci il quale ha tentato di allestire una coalizione intorno alla candidatura di Gaetano Grillo, già sindaco di Crotone negli anni Novanta, ma alla fine ha dovuto desistere. La seconda guidata dalla segretaria cittadina Antonella Stefanizzi che ha candidato a sindaco Danilo Arcuri, 56enne presidente dell’ordine degli architetti di Crotone, componente dell’assemblea cittadina dem, già assessore comunale dal 2009 al 2012. Avendo dovuto rinunciare al simbolo questa parte del Pd correrà con una lista denominata Riformisti per Crotone che sosterrà la candidatura di Arcuri con altre quattro liste, tutte espressione del movimento politico che fa capo a Enzo e Flora Sculco. Per l’architetto correranno quindi i Democratici Progressisti, stessa formazione con la quale Flora Sculco è stata rieletta consigliere regionale, i Demokratici, Laboratorio Crotone e Crotone è dei crotonesi. Andrea Correggia, 40 anni, impiegato, è il candidato a sindaco del M5S. Vincenzo Voce è il quarto pretendente in corsa. Quattro le liste che lo sostengono: Tesoro Calabria, Stanchi dei soliti, Crotone cambia e Città libera, per un totale di 118 candidati consiglieri.

Fine del commissariamento

Ritorno al voto per eleggere i nuovi organi democratici anche in diversi comuni le cui amministrazioni sono state sciolte e commissariate per infiltrazioni mafiose. Si tratta di Cirò Marina e Strongoli, in provincia di Crotone, Platì e Scilla, in provincia di Reggio Calabria, e Briatico, San Gregorio d’Ippona e Limbadi in provincia di Vibo Valentia. Per le comunali non si vota a San Lorenzo e Cenadi, dove non sono state presentate liste. Esclusa dal voto anche Pietrapaola dopo che il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del sindaco, Pietro Nigro, contro lo scioglimento del Comune.

Il Referendum

Voteranno  46,6 milioni di italiani mentre 4,6 di milioni sono i votanti dall’estero; suddivisi tutti su 61.567 seggi. Si tratta in questo caso di un referendum costituzionale confermativo con la finalità di approvare o meno una riforma della carta fondamentale dello Stato. Gli elettori sono quindi chiamati a confermare o bocciare la riforma degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione, approvata dal Parlamento nel 2019 e che prevede il taglio dei parlamentari. La proposta è difatti di ridurne il numero attuale da l’attuale da 945 a 600, per un totale di 400 deputati (ad oggi sono in tutto 630) e di 200 senatori (al momento sono 315), mantenendo i senatori a vita (sebbene a riducendone il numero, al massimo di 5 in totale). Viene anche prevista una diminuzione dei parlamentari all’estero: i deputati scenderebbero da 12 a 8 e i senatori da 6 a 4.Va specificato che trattandosi di un referendum costituzionale confermativo non è previsto un quorum minimo: l’esito sarà valido anche se non si raggiungerà il 50% più uno dei votanti. Gli elettori riceveranno una sola scheda di colore verde chiaro su cui è apposto il seguente quesito: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n.240 del 12 ottobre 2019?» Se si traccia una croce sul “Sì” si esprimerà la propria volontà di approvare la riforma, se si traccia la croce sul “No” si sceglie di bocciare la modifica costituzionale. Se si barreranno entrambe le caselle il voto sarà nullo.

Lo spoglio

Lo spoglio delle schede inizierà lunedì 21 settembre e si inizierà da quelle del referendum costituzionale. Si passerà poi alle regionali nelle sette Regioni in cui si voterà. Per le comunali, invece, l’orario di inizio dello spoglio dovrebbe essere indicativamente le ore 9 di martedì 22 settembre.

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