Elezioni a Cosenza, Formisani candidato sindaco: “Fondi Pnrr fanno gola a clan e malaffare della città”

La politica dal basso tenta la scalata a Palazzo dei Bruzi con progetti volti a rivoluzionare il volto della città dell'accoglienza

di Maria Teresa Improta – Valerio Formisani è il candidato alla carica sindaco di Cosenza che rappresenta il volto solidale della città. Medico specializzatosi in radioterapia all’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, ha 68 anni e una storia politica di oltre mezzo secolo tra le fila della sinistra extraparlamentare, con una lunga parentesi sindacale in Cgil Funzione Pubblica Sanità “per una sanità equa ed efficiente”. Cosenza in Comune nonostante abbia incassato 2.500 voti nel 2016 non entrò in Consiglio comunale, ma rimane uno dei pochi esperimenti in Italia che cerca di riunire le esperienze della sinistra italiana con quelle dell’associazionismo.

Un vita dedicata al prossimo

Un vita dedicata al prossimo

“Sono tornato a Cosenza perché volevo lavorare nella città in cui sono nato. Vivevo a Napoli fin da quando ero adolescente con la mia famiglia, – racconta Valerio Formisani – ma ho scelto di trasferirmi in Calabria in quanto ritenevo di potermi impegnare per il bene di questa terra. Mi sono avvicinato alla politica all’età di 17 anni, dopo la strage di piazza Fontana, la morte di Pinelli e la carcerazione di Valpreda. Eventi che hanno smosso la mia coscienza e mi hanno indotto a spendermi per la giustizia civile avvicinandomi ai movimenti studenteschi che ho continuato a frequentare all’università militando in Medicina Democratica. Tornato a Cosenza, dopo anni, nel 2008, insieme a delle associazioni di volontariato, abbiamo come Cgil e Auser creato un presidio socio-sanitario rivolto alle fasce più deboli, nel maggio 2010 abbiamo aperto un ambulatorio allo Spirito Santo, uno dei primi in Italia dedicato agli invisibili. Nel 2012 abbiamo inaugurato la parte odontoiatrica e poi con la Kasba, l’ente Provincia e l’Asp di Cosenza è stata attivata la prima equipe multidisciplinare del Meridione volta all’emersione della tortura e della violenza estrema nei richiedenti asilo. Nel 2018 abbiamo dato vita con la Rete centro storico ad un altro ambulatorio popolare con un dispensario di farmaci nel cuore di Cosenza Vecchia. Un percorso che per me era naturale, in quanto credo che ognuno debba dedicare un po’ di tempo per migliorare la società in cui vive”.

Metro e trasporti

“Dall’inizio della nostra esperienza – spiega il candidato sindaco di Cosenza in Comune – abbiamo espresso una posizione chiara in merito al progetto della metrotramvia appoggiando il comitato ‘No alla Metro, Sì al Viale’ . Riteniamo sia un’opera inutile, economicamente improponibile e lontana dalla concezione di viabilità moderna vocata alla sostenibilità. Ci siamo rivolti al Tar di Catanzaro che ha bloccato una parte di attività di costruzione. Lo abbiamo fatto in estrema solitudine, neanche il M5S che inizialmente si era avvicianto alla battaglia contro la metro ci ha sostenuto. Proponiamo da cinque anni un piano dei trasporti veloci che decongestioni il centro città dal traffico, con la realizzazione di parcheggi perimetrali, dando la possibilità alle persone che arrivano dalla provincia di lasciare l’auto. Ciò consentirebbe di snellire il volume di veicoli in entrata agevolando la mobilità dei residenti, dei mezzi di soccorso, nonché i commercianti penalizzati dalla chiusura di viale Mancini e dei lavori collaterali. Gli ingorghi che si creano sono la dimostrazione che non c’è stato uno studio per intervenire sulla viabilità cittadina in maniera efficace. La mobilità deve essere fatta con mezzi a basso impatto ambientale. Da uno studio dell’Università della Calabria è emerso che l’acquisto di bus elettrici sarebbe più efficiente della metro e costerebbe un decimo rispetto ai circa 200 milioni di euro della metrotramvia. Soldi che non si sa che fine abbiano fatto e che l’Ue ci ha imposto ora di spendere per lenire le ferite della pandemia intervenendo sull’economia delle piccole imprese e sanità. Per ora abbiamo speso una marea di denaro per il Parco del Benessere su Viale Parco che altro non è che un giardino con una striscia dedicata al passaggio delle biciclette”.

“Possiamo costruire un nuovo ospedale o ristrutturare quello esistente inglobando Inrca, Mariano Santo e tutta la cintura di stabili a vocazione sanitaria disponibili, ma dobbiamo capire – afferma Formisani, di professione medico – che il vero problema non è l’Annunziata. Cosenza vive l’emergenza sanitaria già da prima della pandemia, non a caso registriamo un’impennata e uno sviluppo esponenziale della sanità privata in città. La maggior parte dei soldi delle prestazioni che dovrebbe svolgere il poliambulatorio pubblico scivola nelle tasche dei privati che sono riusciti a garantire i servizi di cui i nostri amministratori regionali, provinciali e comunali non si sono fatti carico. Un sistema che sopravvive anche grazie all’utilizzo incongruo del personale sanitario che non prevede strutture organizzate con numeri precisi in base alle prestazioni da erogare, ma che si alimenta di forme di lavoro che producono il consenso elettorale. Non abbiamo più la rete di consultori familiari e un poliambulatorio che possa far fronte alla richiesta degli utenti, quindi il primo filtro di pazienti che poi si riversano sull’ospedale è inefficace. Dovrebbero esonerare l’ospedale dal fare analisi e prestazioni ambulatoriali, ma non funzionano. Ci si rivolge all’ospedale perché manca la rete territoriale. Le strutture che sopperivano a queste esigenze negli anni sono state chiuse. Di contro sono fiorite strutture private. Il risultato? La gente non si cura perché non ha soldi. Il Covid lo ha dimostrato. Siamo per una sanità pubblica, lo diciamo da anni. E nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza abbiamo la possibilità di prendere questi soldi, dare una svolta a questo meccanismo. I beni comuni devono essere appannaggio del pubblico, ci deve essere il controllo delle persone su questi servizi, questo è il nostro obiettivo come Cosenza in Comune. Ambulatori di quartiere, case della salute, il potenziamento della prevenzione, la riorganizzazione dei consultori, modi nuovi di fare sanità che vengano incontro alle esigenze della collettività: è quello che dobbiamo costruire. In altre regioni lo fanno, basterebbe copiarle. Solo agendo così avremmo un ospedale civile di Cosenza efficiente. Ovviamente dobbiamo riaprire anche gli altri punti che sono sul territorio provinciale, l’Annunziata non può dare assistenza a un bacino di oltre 700mila abitanti”.

Centro storico

“Il centro storico è stato utilizzato come ghetto per preservare il miglio d’oro del centro città, della Cosenza bene. Ha subito l’impatto degli invisibili che non avevano un tetto e hanno cercato lì una soluzione abitativa. Un fenomeno a cui è seguita – chiarisce il dottor Formisani che da oltre 10 anni fornisce assistenza medica gratuita con ambulatori popolari anche nel centro storico – la progressiva eliminazione dei servizi perché si è pensato solo all’apparenza. Faccio un esempio: si è provveduto al restyling del Castello Svevo, mentre si è chiusa la biblioteca civica e si è lasciato nel degrado il sito archeologico di piazza Toscano. Alcuni vicoli sono diventati discariche a cielo aperto, luoghi dove la gente vive in condizioni inumane, dove il solaio può crollare da un momento all’altro. Dare un’abitazione decente a tutti, sostenere le famiglie più bisognose è un dovere civile. Bisogna aprire cantieri permanenti per la manutenzione di Cosenza Vecchia, usare la mappatura degli edifici pericolanti e recuperare tutto ciò che non deve essere abbattuto. Bisogna favorire le forme cooperative di ripristino degli edifici per rilanciare le attività artigianali e imprenditoriali del centro storico. Sarebbe utile attivare anche una collaborazione con l’Università della Calabria per trasferire nel centro storico facoltà che si occupano di Conservazione dei beni culturali. Rivitalizzare il centro storico significa portare cultura e gioventù, linfa nuova, sviluppo delle attività informatica. I centri storici sono i nostri gioielli rappresentano la storia, le radici, le origini. Non siamo figli di Alarico che era un oppressore, ma di Bernardino Telesio, Tommaso Campanella, Alfonso Rendano persone che hanno contribuito all’evoluzione culturale del Paese”.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è l’occasione più ghiotta che abbiamo a disposizione con fondi per 13 miliardi di euro. Denaro – dichiara il candidato sindaco Formisani – che dobbiamo utilizzare non solo per la digitalizzazione, la cultura, il turismo, la sostenibilità, ma per la mobilità, l’istruzione, la salute, la ricerca, l’inclusione e la coesione sociale. Sono soldi che anche a Cosenza fanno gola alla mafia e al malaffare. Possiamo investirli per fare altre inutili colate di cemento oppure per trasformare l’ambiente in un qualcosa di nuovo, vivibile e sostenibile. Un esempio pratico: si può investire nel costruire un ospedale che funziona alla stessa maniera del vecchio, soltanto che ha le stanze tinteggiate oppure trasformarlo e intervenire sulle difficoltà che manifesta. È necessario chiedere di riattivare un sistema di edilizia che recuperi l’esistente perché vi sono tante case vuote e pericolanti che potremmo ristrutturare e affidarle a chi non ha un tetto. Bisogna favorire il recupero dell’esistente che non significa essere retrogradi, ma partire dalle esigenze impellenti. Dobbiamo aprire le finestre a un’aria nuova. Bisogna creare spazi ricreativi e sport per tutti perché non è possibile che l’unica attività che possano fare i ragazzi gratuitamente a Cosenza di fatto sia pedalare sulla pista ciclabile. Lo sport è curativo ed è uno strumento di socializzazione non possiamo negarlo. Non si può pensare al 2050, ma ai problemi della contingenza e rimettere in modo i meccanismi virtuosi che sono stati smantellati. Il futuro non è piazza Bilotti o il ponte di Calatrava, ma tecnologia a servizio di tutti”.

“Il dubbio degli apparentamenti – chiarisce Formisani – non ci riguarda. Abbiamo una lista forte di persone capaci che crede in questo progetto. Siamo nati per battere la destra portatrice di valori desueti, illiberali e antidemocratici. Siamo una forza responsabile a cui piacerebbe lavorare per migliorare la città e speriamo di avere un riconoscimento per quello che abbiamo fatto finora per la città. Speriamo sia un voto libero e non comprato come sempre avviene”.

Elezioni comunali a Cosenza, presentate 29 liste: tutti i candidati (NOMI)

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