Elezioni Regionali: È già caccia al voto, ma le urne non apriranno

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I comizi elettorali sono stati convocati, come previsto dalle legge, e i manifesti sono stati affissi negli oltre quattrocento comuni calabresi; un candidato per una coalizione civica alla presidenza della Regione (Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, in passato magistrato a Catanzaro), è già in campagna elettorale; i partiti delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra, che hanno indicato, nell’ordine, Roberto Occhiuto, attuale capogruppo di Forza Italia alla Camera, e Nicola Irto (Pd) ex presidente del Consiglio regionale calabrese, continuano a dichiarare che si deve votare il prima possibile, preferibilmente domenica 11 aprile. Quasi certamente, però, il voto slitterà di alcuni mesi in una regione orfana della presidente Jole Santelli di cui bisogna scegliere il successore.

Aspiranti presidenti, e soprattutto aspiranti consiglieri regionali, da diverse settimane sono quindi in movimento. Incontri e cene, nel rispetto delle normative anti Covid, ma soprattutto dichiarazioni sulle politiche da attuare per rilanciare la Calabria, sono all’ordine del giorno. Ma nelle ultime ore, ormai, tutti sembrano aver frenato, convinti del rinvio nei prossimi mesi dell’apertura delle urne.

Aspiranti presidenti, e soprattutto aspiranti consiglieri regionali, da diverse settimane sono quindi in movimento. Incontri e cene, nel rispetto delle normative anti Covid, ma soprattutto dichiarazioni sulle politiche da attuare per rilanciare la Calabria, sono all’ordine del giorno. Ma nelle ultime ore, ormai, tutti sembrano aver frenato, convinti del rinvio nei prossimi mesi dell’apertura delle urne.

Si tratterebbe del secondo rinvio, considerato che le consultazioni regionali, dopo la morte improvvisa di Jole Santelli (Forza Italia), presidente eletta a gennaio 2020 scomparsa improvvisamente ad ottobre, erano state fissate per il 14 febbraio e poi rinviate all’11 aprile.

Ora, con il quadro particolarmente a rischio, rappresentato dalla pandemia, sembra davvero impossibile rispettare la data dell’11 aprile per scegliere un nuovo governo regionale in Calabria.

E a Roma, ormai, si dà per certo il rinvio ad ottobre del prossimo voto che riguarderà anche comunali, provinciali e suppletive. L’eventualità è che le urne slittino al 10 e 11 ottobre. Servirà un decreto legge in tempi brevi, considerato che le liste in Calabria andrebbero presentate l’11 marzo prossimo. La decisione spetta al governo e alle forze politiche, ma all’interno dei partiti si dà per molto probabile l’arrivo di un dl nel prossimo Consiglio dei ministri o in quello della prossima settimana.

La caccia al voto, quindi, di fatto sembra cominciata e conclusa nello stesso tempo. La Calabria, fino al voto, andrà avanti con la guida del presidente facente funzioni, Nino Spirlì (vicino alla Lega), e con gli assessori nominati lo scorso anno dalla Santelli, ad esclusione dell’assessore al Bilancio, Francesco Talarico, ancora agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta che vede indagato anche il segretario nazionale del suo partito, Udc, Lorenzo Cesa.

E sul tappeto, oltre al Covid e al capitolo vaccini, con la Calabria all’ultimo posto per numero di dosi somministrate, restano le tante problematiche legate al mondo della sanità, con il commissario Longo al lavoro, dopo il valzer delle nomine del governo Conte, e alle tante emergenze economiche e sociali in attesa di risposte che tardano ad arrivare.

LEGGI ANCHE| Regionali: ecco gli aspiranti consiglieri dell’area centrale della Calabria

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