Una “telenovela”, una partita a scacchi, uno scontro istituzionale e tante polemiche. La vicenda della data delle prossime elezioni regionali in Calabria nelle ultime ore ha registrato una schiarita, alla luce dell’annuncio del presidente facente funzioni della Giunta calabrese, Nino Spirlì, della Lega, che ha escluso il ritorno al voto il 14 febbraio, data fissata dallo stesso Spirlì nel quadro di una “forbice” temporale assegnata dal governo nazionale. Nelle prossime ore, all’esito delle interlocuzioni istituzionali e degli adempimenti previsti dalla legge, tra cui l’intesa con il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, Spirlì emanerà il decreto con la nuova data delle regionali dopo la fine anticipata dell’undicesima legislatura a causa della scomparsa della presidente della Reione, Jole Santelli.
Elezioni tra il 10 febbraio e il 15 aprile
Elezioni tra il 10 febbraio e il 15 aprile
Ma sulla data del voto è iniziato un altro “balletto” tra il centrodestra e il centrosinistra e tra i diversi livelli di governo di cui sono rispettivamente espressione, quello regionale, a guida centrodestra, e quello nazionale, a guida centrosinistra e M5S. Per garantire un voto in sicurezza, nella riunione del Cdm del 9 novembre il governo ha assegnato alla Regione Calabria un range temporale nel quale celebrare le elezioni, tra il 10 febbraio e il 15 aprile. Fortemente sollecitato dalla maggioranza regionale di centrodestra, interessata a ritornare alle urne il prima possibile, Spirlì ha quindi decretato la data delle Regionali nella prima domenica utile del periodo indicato dal governo, il 14 febbraio.
L’ipotesi del voto a San Valentino, tuttavia, fin da subito non ha convinto molti partiti e movimenti, soprattutto del centrosinistra, ma anche nel centrodestra non sono mancate posizioni di maggiore cautela. Ad esempio, il leader del partito di Spirlì, Matteo Salvini, sia pure non riferendosi specificatamente alla Calabria ma parlando in generale, ha sostenuto che pensare a elezioni quando ci sono ospedali pieni è quantomeno inopportuno.
“Non manderemo i calabresi al voto”
Con il passare dei giorni si è così assistito al progressivo aumento del fronte del rinvio e a un “gioco delle parti” tra Regione e Governo, ognuno in attesa della mossa dell’altro. L’accelerazione negli ultimi giorni del 2020. Il 29 dicembre il Cts manifesta l’opportunità del rinvio del voto in Calabria alla luce dell’incerta e non rassicurante situazione epidemiologica da Covid. Il 31 dicembre Spirlì, lamentando l’immobilismo del Consiglio dei ministri e attaccando il Governo, definito il giorno prima “codardo”, rende noto che non si voterà più il 14 febbraio. “Non siamo così scriteriati da mandare i calabresi alle urne, alla luce di quello che sta accadendo nelle ultime giornate, cioè l’aumento dell’Rt e un raddoppio dei contagiati”, spiega Spirlì su Facebook preannunciando il decreto con la nuova data delle regionali, data che potrebbe ricadere – riferiscono fonti accreditare – il 28 marzo o l’11 aprile.
Il rinvio
Quello che è sicuro al momento è solo il rinvio delle regionali. E questo mette tutti d’accordo perchè, secondo molti osservatori, nessuna coalizione sembrava davvero preparata a votare il 14 febbraio. Né il centrodestra né il centrosinistra, infatti, hanno ancora il nome del candidato presidente. E, nel caso del centrosinistra, non è definito nemmeno il perimetro dell’alleanza.
Nei giorni scorsi, su input del Pd, il centrosinistra ha avviato un primo tavolo della coalizione, composto dalle forze di governo – Pd, M5s, Italia Viva e Articolo 1 – e allargato a varie forze civiche. Ma nelle ultime ore il quadro politico si è fatto più intricato, con la voce ricorrente di una possibile candidatura in Calabria del sindaco di Napoli Luigi De Magistris, già in passato pm a Catanzaro e atteso domani a un dibattito sulla legalità organizzato da alcune sigle ritenute vicine al M5S calabrese. Ma al momento, anche alla luce del rinvio delle elezioni, è ovviamente prematuro fare previsioni.
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