“Non è certo dovuto alla mancata disponibilità dei medici a farsi vaccinare al Covid-19 il basso numero di somministrazioni nella nostra regione. La falsa notizia, veicolata dopo l’intervista al Commissario della sanità, induce a ribadire piena solidarietà ai medici e al personale sanitario senza il cui apporto – considerati i disastri nella sanità e l’incapacità dei suoi vertici di garantire servizi efficaci ed efficienti – la Calabria avrebbe conosciuto guai più pesanti. E a raccomandare a coloro che svolgono funzioni amministrative apicali nella sanità di trattare con meno leggerezza informazioni così delicate”. È quanto afferma il consigliere regionale del Misto, Francesco Pitaro che continua: “Piuttosto, come ha sollecitato il portavoce di ‘Comunità Competente’ Rubens Curia, è necessario chiarire perché mai la Calabria non disponga ancora ‘di un modello organizzativo standard per vaccinare la popolazione target nel più breve tempo possibile'”.
“Questa è la fase della responsabilità – conclude Pitaro – non più delle asserzioni di principio. Delle scelte forti, per garantire che le vaccinazioni siano eseguite senza improvvisazioni, per mettere ordine dove imperversano confusioni e inefficienze e per difendere, con atti formali e concretamente, ciò che funziona come il Sant’Anna Hospital: una struttura d’eccellenza finita nella tenaglia della burocrazia Asp di Catanzaro – Dipartimento Sanità della Regione che rischia di stritolarlo, avvilendo oltre 300 professionalità e provocando svantaggi enormi ai calabresi”.
“Questa è la fase della responsabilità – conclude Pitaro – non più delle asserzioni di principio. Delle scelte forti, per garantire che le vaccinazioni siano eseguite senza improvvisazioni, per mettere ordine dove imperversano confusioni e inefficienze e per difendere, con atti formali e concretamente, ciò che funziona come il Sant’Anna Hospital: una struttura d’eccellenza finita nella tenaglia della burocrazia Asp di Catanzaro – Dipartimento Sanità della Regione che rischia di stritolarlo, avvilendo oltre 300 professionalità e provocando svantaggi enormi ai calabresi”.