di Danilo Colacino – Emilio Pallavicini di Priola, comandante militare impegnato nella guerra contro il brigantaggio e poi politico ai primordi dell’Unità d’Italia, essendo stato nominato senatore a vita per grandi meriti, è stato ricordato stamani in una partecipata cerimonia. Un evento tenutosi nell’Aula Magna del Liceo Ginnasio Pasquale Galluppi di Catanzaro alla presenza, fra gli altri, della discendente della sua famiglia Francesca Rizzari Gregorace.
La valorizzazione del patrimonio archivistico
La valorizzazione del patrimonio archivistico
Un’iniziativa voluta dall’Assessorato comunale alla Cultura e dall’attuale titolare, Donatella Monteverdi, nell’ambito della valorizzazione del patrimonio archivistico cittadino. E proprio lo stesso membro della Giunta Fiorita ha spiegato: “Ho inteso promuovere quest’appuntamento, coinvolgendo gli studenti, per iniziare a scoprire personaggi che hanno scritto la storia catanzarese. Certo, Pallavicini non è nato qui. Ma vi ha vissuto a lungo, sposando Ottavia Manfredi. E venendo in contatto con il notabilato cittadino di allora, ha realizzato molte cose importanti. Di cui vi è traccia nel nostro Archivio. Che peraltro adesso – ha continuato – sarà ancora più fruibile per la gente, essendo stato affidato a un’azienda esterna i servizi di consultazione. L’auspicio è quindi che si prosegua con la riscoperta di personalità quali, ad esempio, Emilia Zinzi. Che è nel mio cuore. E in quello di tanti per quanto ha fatto per il centro storico del capoluogo negli anni ’60 e negli anni a seguire”.
Le tecniche utilizzate dal generale-senatore
Concetti ripresi dallo storico Salvatore Bullotta, il quale ha anche reso noto: “Pallavicini fu trattato molto bene qui, ancor prima di sposare una catanzarese. Gli fu infatti conferita la cittadinanza onoraria per la lotta alla criminalità di allora e fu trattato con ogni riguardo a differenza di quanto avvenne nella vicina Cosenza. Ma il capoluogo vanta parecchie figure degne della ribalta nazionale e internazionale”. Il professore Carmine Pinto, infine, ha ricordato che “le tecniche utilizzate dal generale-senatore, di cui si è voluta commemorare la memoria, sono in qualche modo state mutuate decenni, anzi un secolo e mezzo, dopo nel contrasto al fenomeno del banditismo. In cui dimostrò un’abilità e un’abnegazione fuori dal comune”.