Endometriosi: il rapporto tra dolore, cibo e psiche. Esperti a confronto in Calabria

Consigli utili per migliorare la qualità della vita delle donne con endometriosi affrontando gli stati infiammatori anche con l'alimentazione

di Maria Teresa Improta – Questa mattina nella sala conferenze della Biblioteca comunale di Bisignano, in provincia di Cosenza, ha avuto luogo l’incontro “Endometriosi: sai cos’è? Diagnosi, terapie, alimentazione, prevenzione, tutela della donna, sostegno”. I relatori hanno illustrato gli aspetti più problematici della patologia (che colpisce, in media, una donna su dieci) che rileva un ritardo diagnostico che arriva fino ad 8 anni dopo l’insorgenza dei primi sintomi. Il confronto, ha reso al pubblico consigli utili per migliorare la qualità della vita delle donne con endometriosi affrontando gli stati infiammatori anche con l’alimentazione, nell’ottica di un approccio multidisciplinare che consideri l’influenza del dolore persistente sulla psiche. I lavori sono stati aperti dal sindaco di Bisignano Francesco Fucile che ha attivamente partecipato all’evento “per sensibilizzare la cittadinanza perché – ha sottolineato – la comunità deve superare tabù e parlarne” e chiedendo agli specialisti cosa possono fare gli uomini per aiutare le donne affette da endometriosi.

Endometriosi, patologia cronica invalidante

Endometriosi, patologia cronica invalidante

“L’endometriosi – ha spiegato Daniela Lico ginecologa dell’ospedale Pugliese – Ciacco di Catanzaro – è una patologia cronica invalidante poco conosciuta che si manifesta nella riproduzione di cellule endometriosiche al di fuori dell’utero. Ciò provoca stati infammiatori che comportano dolore e aderenze. Le cause che danno origine alla patologia sono ancora sconosciute, non ci sono teorie validate a livello internazionale. Di recente è stata individuata una componente genetica con la presenza 7 volte maggiore in donne con casi di endometriosi in famiglia, ma non è stato ancora scoperto il responsabile genetico. Il ritardo diagnostico è caratteristica distintiva dell’endometriosi, la donna nell’attesa di un responso utile è costretta a sopportare il dolore per anni. Un disagio che riduce notevolmente la qualità di vita e si manifesta con difficoltà nel fare cose semplici come la minzione e condizionando sia il lavoro/studio sia i tempi di svago. Astenia e stanchezza cronica sono altri segnali dell’endometriosi che si manifestano anche al di fuori del periodo mestruale. Le aderenze con l’intestino, con il peritoneo, con le tube definiscono lo stadio dell’endometriosi”.

Ridurre dolore e stanchezza con l’alimentazione

“L’alimentazione – ha chiarito la biologa nutrizionista Antonella Dima Ruggiano – influenza lo stato infiammatorio, causa di dolore e stanchezza. Il deposito di grasso produce ormoni che stimolano l’infiammazione. Ciò che mangiamo può avere ripercussioni negative soprattutto nel caso di carboidrati e zuccheri che danno continui picchi glicemici e, di conseguenza, fame nonché aumento di peso. Un circolo vizioso visto che dalla crescita della componente adiposa dipende l’acuirsi dell’infiammazione che si aggrava quando si ingeriscono gli acidi grassi presenti nei prodotti industriali. Gli alimenti da preferire sono quelli ricchi di vitamine, sali minerali, omega 3 (frutta, verdura, pesce azzurro), mentre serve bere abbondante acqua per mantenere una giusta idratazione. Da limitare e possibilmente evitare sono la carne, in particolare rossa, e i latticini”.

L’impatto del dolore cronico sulla psiche

“L’endometriosi – ha affermato la psicologa dell’Asp di Cosenza Sabina Turone – essendo invalidante ha un impatto psicologico che ingloba diversi ambiti: identità, vita sessuale, maternità. Il dolore continuo che si cronicizza nel tempo aumenta le probabilità delle donne con endometriosi di avere problemi psicologici e psichiatrici. Avvertire dolore per lunghi periodi incide sulla soggettività, sulla vita sociale e lavorativa che vengono condizionate da ripetute rinunce. Ciò può provocare in alcune persone, se non adeguatamente supportate (dalla famiglia, dal chirurgo, dalle amiche, dalle associazioni), forme depressive, disturbi d’ansia e/o di adattamento”.

Ape Calabria annuncia apertura ambulatorio specializzato in endometriosi

L’Ape (Associazione Progetto Endometriosi), nata a Reggio Emilia 17 anni fa, è stata fondata sull’autoaiuto tra donne che condividono i disagi di una patologia per la quale non esistono nè cure definitive nè prevenzione. Lo scambio di informazioni, suggestioni e gli eventi formativi sono i momenti attraverso cui l’Ape, oggi presente su scala nazionale, crea consapevolezza. La volontaria Maria Carmela Arcidiacono ha annunciato che in Calabria l’associazione è al lavoro per l’apertura di un ambulatorio specializzato nell’endometriosi. “Noi non ci sostituiamo ai medici, – sostiene Arcidiacono – ma aiutiamo a realizzare che la patologia è parte della vita, non la vita. Le pazienti si ritrovano a dover affrontare diagnosi tardive e assenza di medici specializzati con notevoli disagi. Nelle scuole, 80 sparse in Italia, interveniamo per dare informazioni, in pandemia abbiamo organizzato incontri online parlando di giovani donne con endometriosi sparse per l’Italia e tenuto corsi, nonché dei tavoli volti a stilare un piano dell’alimentazione che racchiude indicazioni per alleviare i dolori. La nostra è un’associazione apolitica che si interfaccia con le istituzioni chiedendo interventi concreti”. L’incontro, organizzato dall’A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi, in collaborazione con il Comune di Bisignano e il contributo della consigliera comunale Maria Rosaria Sita, è stato moderato dalla giornalista Lory Biondi.

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