“Non è un’anomalia perché con i 5 Stelle siamo divisi non solo a Cosenza, ma anche a Roma, a Torino, che sono anche più grandi di Cosenza”. Lo ha affermato il segretario nazionale dei dem, Enrico Letta, parlando con i giornalisti a Catanzaro a margine della festa regionale dell’Unità del Pd della Calabria. “Quindi – ha proseguito Letta – è una fase di convergenza che ha bisogno di tappe. Non abbiamo voluto forzare la mano per queste elezioni amministrative ma per un motivo molto semplice, lo dico in termini generali e anche se in questo momento i sondaggi sembrano essere incoraggianti per noi un po’ dovunque. Le elezioni sono elezioni amministrative, che valgono per le città e la Regione, non bisogna caricarle di risultati e significati politici eccessivi. Sono elezioni in cui – ha concluso il segretario del Pd – i cittadini dovranno scegliere il miglior sindaco, la migliore presidente della Regione. Credo che questo aspetto civico delle elezioni per noi sia fondamentale, l’abbiamo sempre rispettato e vogliamo rispettarlo anche in questa situazione”.
“Elezioni storiche”
“Elezioni storiche”
“Queste elezioni calabresi sono le più importanti elezioni della storia della Repubblica per la Calabria, perché queste elezioni daranno una Giunta regionale che gestirà le maggiori risorse che la Calabria avrà visto nella sua storia. Se la Calabria – ha aggiunto Letta – avrà una Giunta regionale alla Sprilì, per capirsi, la Calabria perderà definitivamente l’opportunità di rilanciarsi, se invece la Calabria avrà una Giunta guidata dalla Bruni questa terra avrà l’occasione di rilanciarsi e uscire da un ritardo che dura da anni”.
“Al lavoro per evitare che il Paese finisca con la Polonia e l’Ungheria”
“La cosa che mi angoscia di più è il fatto che nei sondaggi e nel paese Fratelli d’Italia e la Lega, una destra radicata e molto destra, rappresentano secondo i sondaggi quasi il 40% degli elettori. E aggiungo: Salvini e Meloni – ha sostenuto Letta – litigano, sono su strade sempre diverse, però quando c’è da spartirsi il potere si presentano sempre insieme. Sono divisi, saranno in grado di governare non bene insieme ma alla fine si mettono insieme E insieme fanno oggi il 40 secondo i sondaggi. Io vi assicuro che finché guiderò il Pd non mi assumerò mai la responsabilità di fare una scelta politica solamente di isolamento, solitudine e testimonianza perché se uno vuole fare solitudine e testimonianza fa altro, non fa politica”.
“Se uno fa politica”, ha aggiunto Letta, “cerca di creare le condizioni per essere maggioranza, non per essere solitudine e testimonianza. Essere maggioranza per noi – ha aggiunto il segretario del Pd – vuol dire creare le condizioni per una coalizione più larga che abbia un voto di più di Salvini e Meloni, di questa destra che è diventata estrema. E’ una destra che non ha nessuna relazione con i governi dei paesi che in Europa contano, è una destra che parla esclusivamente con i governi considerati ai margini, quello polacco e ungherese”. Letta ha poi osservato: “Io vi assicuro, farò di tutto e faremo di tutto come gruppo dirigente del Pd per evitare che questo Paese finisca con la Polonia e l’Ungheria, con Salvini e Meloni alla guida. Faremo di tutto, lavoreremo per fare una coalizione larga. E aggiungo: la prossima volta, dopo il 2023, noi al governo ci andremo dopo avere vinto le elezioni, non dopo avere perso perché un limite della vicenda attuale è che noi le elezioni del 2018 le abbiamo perse e poi, purtroppo o per fortuna, non so come chiamarla, perché gli altri hanno fallito siamo stati costretti per il bene del Paese a tornare al Governo. Ma quando si perdono le elezioni – ha concluso il segretario del Pd si sta all’opposizione e ci si rigenera”.
“Draghi troverà soluzione, non quota 100”
“Sono molto fiducioso che il presidente Draghi troverà su questi temi il giusto spunto per risolvere il problema dello scalino pensionistico, che, sono convinto, ha bisogno di una soluzione che sia la soluzione giusta, non sarà quota 100, sarà un’altra soluzione. E’ inutile – ha proseguito il segretario dem – che Salvini abbia sempre le sue bandiere, tanto poi non sono quelle che arriveranno alla soluzione finale”.
“Sì alla riforma del reddito di cittadinanza”
“Sono convinto che il presidente Draghi troverà anche la giusta soluzione sulla riforma del reddito di cittadinanza, che è necessaria. Ripeto, una riforma, non la cancellazione perché – ha proseguito Letta – è una misura contro la povertà assolutamente essenziale per il nostro Paese. La cosa essenziale è inserire nuove misure che riescano ad aiutare soprattutto i giovani a trovare lavoro. Fermo restando appunto che il reddito di cittadinanza da questo punto di vista non ha funzionato, ha funzionato per il contrasto ad alcune situazioni di povertà anche estrema, ma – ha concluso il segretario del Pd – sul tema del lavoro ci vuole altro rispetto al reddito di cittadinanza”.
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