di Nico De Luca – (seconda parte)
Nel sistema giudiziario italiano c’è un ergastolo tradizionalmente concepito ed inflitto come pena massima; ed una sua derivazione, l’ergastolo ostativo, che esclude i condannati per mafia e terrorismo a concessioni come lavoro all’ esterno e permessi premio sia pure dopo adeguata valutazione ed ampio sconto di reclusione totale.
Nel sistema giudiziario italiano c’è un ergastolo tradizionalmente concepito ed inflitto come pena massima; ed una sua derivazione, l’ergastolo ostativo, che esclude i condannati per mafia e terrorismo a concessioni come lavoro all’ esterno e permessi premio sia pure dopo adeguata valutazione ed ampio sconto di reclusione totale.
Di recente la Corte Europea Diritti dell’Uomo e la sua Grande Camera, una sorta di commissione di appello, hanno rigettato il reclamo dell’Italia che ora quindi dovrà cassare l’ergastolo ostativo ed estendere i possibili benefici anche ai mafiosi più irriducibili.
Nella seconda parte del viaggio di Calabria7 nella Giustizia regionale abbiamo incontrato il direttore di una importante casa circondariale che ospita circa 700 detenuti, la dottoressa Angela Paravati del carcere Ugo Caridi di Catanzaro ed un noto penalista esperto in diritti umani, l’avvocato Nunzio Raimondi