Esclusa dalla prova di Ginecologia a Cosenza, il Consiglio di Stato accoglie l’appello e dichiara stop al concorso

"Ingiustamente ritenuta non idonea pur avendo ottenuto il massimo punteggio nella valutazione dei titoli accademici e professionali"
ospedale cosenza

Il Consiglio di Stato, Sezione terza, ha accolto l’appello della candidata esclusa dal concorso la Tiziana Russo e ha disposto una sollecita definizione del merito dell’intera e nota vicenda concorsuale che si trascina da oltre un anno. I giudici romani hanno sospeso la sentenza del Tar Calabria che in prima battuta aveva respinto, illegittimamente, i motivi di censura avanzati dalla candidata che si è avvalsa del patrocinio dello studio degli Avvocati Ciambrone & Mascaro che sin dall’inizio hanno sostenuto le buone ragioni di Tiziana Russo ingiustamente ritenuta non idonea pur avendo ottenuto il massimo punteggio nella valutazione dei titoli accademici e professionali.

Ricorso accolto

Ricorso accolto

Nella decisione del CdS si legge: “Accoglie l’appello…” e ” concede la sospensione dell’impugnata sentenza. L’A.O. Annunziata di Cosenza sulla scorta dell’esito del primo grado aveva deliberato di assumere i due vincitori con contratto a tempo indeterminato e ciò ha indotto l’appellante Russo a chiedere con urgenza la sospensione degli effetti della gravatoria ed ingiusta sentenza dei giudici calabresi. La discussione, alla presenza di tutte le parti e dell’avvocato generale dello Stato che aveva chiesto il rigetto dell’appello, si è svolta la camera di consiglio ieri e all’esito il CdS ha accolto l’appello. I due motivi, che sono poi quelli principali del ricorso e dei motivi aggiunti, che i giudici di palazzo Spada hanno ritenuto di dover approfondire -tanto da sospendere l’impugnata sentenza di primo grado- sono quelli riguardanti l’incompatibilità del Presidente del concorso Michele Morelli e la violazione del bando concorsuale ove, illegittimamente, il presidente e la commissione concorsuale hanno inteso ridurre la valutazione dei titoli dei candidati a solo gli ultimi cinque anni pregressi al concorso e non nella loro globalità e quindi non anche per il periodo antecedente per come era previsto nel bando. Ciò aveva comportato un minor punteggio per la candidata Russo e una minore forbice con i due vincitori.

La denuncia

Circa il motivo sull’incompatibilità si è censurato il comportamento di Michele Morelli che, ad avviso della candidata poi ritenuta non idonea, doveva avvertire l’Azienda Ospedaliera della situazione, anche potenziale, di conflitto con il di lei marito  attualmente professore all’Università La Sapienza di Roma. Quindi una situazione di grave inimicizia, legate a delle denunce sporte dal marito della candidata contro la mala sanità, che rendeva il Dott. Morelli incompatibile alla carica di Commissario del concorso. Tra l’altro la medesima questione è stata oggetto di apposita denuncia-querela ai Carabinieri di Cosenza i quali, all’esito di approfondite indagini, hanno concluso nella loro informativa di reato per l’ipotesi di abuso di ufficio a carico dell’indagato Morelli. Ipotesi, poi, non supportata dal pm Cozzolino che ha chiesto l’archiviazione poi impugnata dalla dott.ssa Russo con l’assistenza del suo avvocato Luigi Ciambrone. Il gip di Cosenza, Piero Santese, ha ritenuto ammissibile l’opposizione della persona offesa, la dott.ssa Russo, e ha fissato l’ udienza del 03.10.2023 presso il Tribunale di Cosenza. La persona offesa ha indicato numerosi punti di investigazione suppletiva chiedendo, ove ne ricorrano i presupposti, anche l’imputazione coatta dell’indagato Morelli. Anche in sede penale, quindi, si discuterà della questione se Morelli aveva o meno l’obbligo di astenersi per come sostenuto dalla querelante e, ora, anche dagli stessi Carabinieri che hanno condotto le indagini. Si legge infatti a pag. 3 della informativa di reato: “…proprio per tali motivi il Dott. Michele Morelli …avrebbe dovuto dimettersi dall’incarico ricevuto nella commissione esaminatrice” ed ancora sempre i Carabinieri scrivono al P.M.: “Da una analisi della vicenda prospettata…il Dott. Michele Morelli avrebbe dovuto comunicare all’A.O. di Cosenza una sua astensione nell’assumere l’incarico di presidente della commissione d’esame in quanto è evidente che lo stesso non poteva giudicare la professionista con l’obiettività, imparzialità e trasparenza”. L’ipotesi di reato configurata dalla Polizia Giudiziaria è quella di abuso di ufficio su cui invece il P.M. Cozzolino ha ritenuto di chiederne l’archiviazione al GIP distrettuale. Tale vicenda è stata discussa anche ieri innanzi al Supremo Collegio del Consiglio di Stato che ha ritenuto di dover approfondire il motivo di ricorso formulando una prognosi favorevole al suo eventuale accoglimento. Secondo i giudici romani, nella fase conclusiva del merito prevista per il mese di ottobre, l’eventuale accoglimento definitivo dei due motivi del ricorso comporterà la caducazione automatica dell’intera prova concorsuale che andrà quindi ripetuta ex novo. Ciò ovviamente con danno erariale a danno dell’A.O. Annunziata di Cosenza che si vedrà costretta ad indire un nuovo concorso con ulteriore spesa economica e di tempo che si sarebbe potuto e dovuto evitare se sol si fossero rispettate le norme di legge poi censurate, nei vari ricorsi ed appelli, dalla difesa della candidata.

La richiesta

Tra l’altro la stessa difesa dell’appellante dott.ssa Tiziana Russo aveva chiesto, nell’atto di appello, la concessione della sospensiva senza voler pregiudicare o aggravare la nota carenza di personale medico riconoscendo quanto di buono la Regione Calabria, nella persona del suo Presidente On.Le Occhiuto, sta facendo e risultando incolpevole l’A.O. Annunziata nel concorso in questione in quanto le censure investono l’operato della Commissione esaminatrice e del suo presidente. Insomma i punti oscuri della vicenda concorsuale verranno finalmente portati alla luce del diritto e al momento, a distanza di oltre un anno dal concorso, il Consiglio di Stato con la sua ultima decisione ha posto uno stop alla sentenza del Tar per la Calabria che non ha retto ad un primo vaglio di legittimità del Supremo Collegio.

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