Esclusi professionisti da Bonus Rilancio, denunciata ulteriore discriminazione

debiti pubblica amministrazione

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Avvocato Nunzio Sigillò, relativa all’esclusione dei professionisti dal cosiddetto Bonus Rilancio.

Di seguito il testo integrale della missiva. “Dopo vari obbrobri giuridici degli ultimi mesi, sarebbe apparso sinceramente difficile riuscire a prevederne uno di livello più basso…ma devo riconoscere che l’avvocato “del popolo” (insieme ai valenti avvocati “per caso”, che affollano le stanze del Governo!), questo privilegio ha voluto riservarlo -forse per spirito di comunità!- proprio a quei suoi “colleghi” che, dal 12 maggio, ogni mattina (districandosi tra i meandri di centinaia di diversi protocolli, autonomamente emanati dal capi degli uffici giudiziari di tutta Italia!) cercano di capire quando e come dovranno prendere parte alle udienze e se potranno notificare o depositare un atto, o visionare un fascicolo. Ma tant’è!

Di seguito il testo integrale della missiva. “Dopo vari obbrobri giuridici degli ultimi mesi, sarebbe apparso sinceramente difficile riuscire a prevederne uno di livello più basso…ma devo riconoscere che l’avvocato “del popolo” (insieme ai valenti avvocati “per caso”, che affollano le stanze del Governo!), questo privilegio ha voluto riservarlo -forse per spirito di comunità!- proprio a quei suoi “colleghi” che, dal 12 maggio, ogni mattina (districandosi tra i meandri di centinaia di diversi protocolli, autonomamente emanati dal capi degli uffici giudiziari di tutta Italia!) cercano di capire quando e come dovranno prendere parte alle udienze e se potranno notificare o depositare un atto, o visionare un fascicolo. Ma tant’è!

Non paghi di avere determinato il caos totale in ogni ufficio in cui si dovrebbe amministrare la giustizia, non hanno voluto far mancare un altro simpatico cadeaux a tutti quei ricchi avvocati (ed agli altri liberi professionisti iscritti alle casse previdenziali) che, pur notoriamente sguazzando tra i soldi, a mò di zio Paperone nel deposito, si erano ugualmente determinati a richiedere alla “Cassa nazionale di previdenza (?) ed assistenza (?) forense” il c.d. “reddito di ultima istanza” (…come i nostri nonni ci parlavano dei 1000 volontari di Garibaldi…un giorno, ai nostri nipoti, narreremo dei 600 euro di Conte!). Così, mentre stranamente l’I.N.P.S. si è attivata, in maniera celere e senza necessità di alcuna richiesta, per inviare agli aventi diritto il “bonus” di aprile, invece, sul sito istituzionale della “Cassa forense”, è comparsa una simpaticissima comunicazione, a firma del presidente, che informa che “l’erogazione del bonus relativo ai mesi di aprile e maggio 2020 per i professionisti iscritti alle Casse è subordinato all’emanazione di un nuovo Decreto Interministeriale che dovrà stabilire: platea dei soggetti interessati; limiti di reddito; modalità di presentazione della domanda e criteri per la graduatoria”; prosegue, precisando che “c’è, inoltre, da risolvere (auspicabilmente mediante un’errata corrige da pubblicare in Gazzetta Ufficiale) il problema creato da due norme del “Decreto rilancio” che, da una parte (art. 78), rifinanzia la misura di marzo anche per aprile e maggio e, dall’altra (art. 86), rende il bonus già erogato incompatibile con quello dei mesi successivi” (…e, a questo punto, Checco Zalone avrebbe detto: “ma questo qui è del mestiere”?).

Tra l’altro (…giacché, dopo il caffè, va sempre servito l’ammazza-caffè!), il legislatore “per decreto” (…una figura quasi mitologica, metà pochette e metà auto-certificazione!) ha anche escluso gli avvocati (e tutti i professionisti, iscritti alle Casse professionali) dalla platea dei soggetti beneficiari della misura di sostegno, a fondo perduto, prevista per tutti gli altri esercenti attività di lavoro autonomo, titolari di partita I.V.A. Dopo aver letto e riletto questo insuperabile capolavoro di ignoranza giuridica e di incapacità amministrativa (in cui, ancora una volta, si violano, in un sol colpo, parecchi capisaldi della Costituzione, primo fra tutti l’art. 3!), ormai conscio della miserrima condizione del mio infinitesimale sapere, ho deciso di ritirarmi in quarantena volontaria, per nutrire la mia anima, soltanto degli eruditi insegnamenti che saprò trarre dalla solinga lettura dei 266 articoli dell’agile e scorrevole decreto “Rilancio”! Grazie, presidente e ministri tutti!…Grazie dal profondo del cuore…per essere riusciti, in così poco tempo, a raggiungere le più elevate vette del sapere giuridico ed averle condivise con tutto il popolo italiano! Sono sicuro che, dopo decenni di umiliazioni ed avvilimento, i padri costituenti staranno finalmente sorridendo e contemplando, anche da lassù, l’inizio della nuova alba del diritto!”

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