Esclusiva Calabria 7, Criscitiello racconta il calcio ai tempi del Coronavirus (VIDEO)

di Antonio Battaglia – “Il calcio non è un obbligo, chi se lo può permettere lo faccia. Seguendo sempre le istruzioni…”. E’ chiarissimo Michele Criscitiello, direttore di Sportitalia, Tuttomercatoweb e UdineseTV, intervenuto in esclusiva ai microfoni di Calabria 7 per raccontare l’enigmatica situazione pallonara.

L’immagine del tifoso che esulta al momento del gol è destinata a rimanere nel cassetto per un po’ di tempo: “Da qui al prossimo anno avremo stadi vuoti, l’unica possibilità di rientrare nella normalità è rappresentata dal vaccino”.

L’immagine del tifoso che esulta al momento del gol è destinata a rimanere nel cassetto per un po’ di tempo: “Da qui al prossimo anno avremo stadi vuoti, l’unica possibilità di rientrare nella normalità è rappresentata dal vaccino”.

Con i protocolli di sicurezza, il mondo della Serie C è a rischio. Diverse società non hanno forza economica: “Ma nemmeno strutture, quelle italiane sono da terzo mondo. Al Sud la situazione è ancor più arretrata. In merito al taglio degli stipendi, invece, devo dire che Tommasi vive in un altro mondo. Quando non c’è prestazione, non deve esserci compenso. I giocatori hanno dimostrato maturità, mentre l’Aic ha perso un’altra opportunità di stare in silenzio”.

Noto esperto di calciomercato, Criscitiello racconta i possibili cambiamenti dell’attività più seguita dagli appassionati sportivi: “Nella crisi economica non ci siamo ancora entrati. Chi aveva opportunità di liquidità, adesso avrà ancora più forza di acquisto o cessione. Il mercato cambierà inevitabilmente. Bisognerebbe riportare in vigore le comproprietà, le società potrebbero così aiutarsi anche in termini di bilancio”.

Nell’ottica di una ripresa generale, si potrebbe pensare a ridisegnare il calcio con formati diversi? Il giornalista risponde così: “E’ una situazione che va approfondita al di là del Covid-19. Non possiamo avere 100 squadre professionistiche in Italia, non ne abbiamo la forza. Non ci sono i presupposti per fare la A a 18, la B invece non può superare il numero di 18. La Serie C dovrebbe diventare semi-professionistica e non superare le 40 squadre”.

Redazione Calabria 7

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