di Antonio Battaglia – Gravissime difficoltà a svolgere la normale attività di testing per rilevare il contagio da Covid. E’ ciò che denuncia ai nostri microfoni Giuseppe Zuccatelli, commissario dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio e del policlinico Mater Domini e, ad interim, dell’Asp di Cosenza.
La fondazione GIMBE ha posto in evidenza come il numero dei tamponi effettuato ogni giorno, soprattutto in Calabria, sia molto esiguo rispetto alla quantità necessaria nella fase 2: “All’ASP di Cosenza abbiamo raccolto finora 2000 tamponi effettuati su persone rientrate in Calabria, ma una parte dovrà essere processata in Campania – afferma Zuccatelli – I laboratori della nostra regione sono ad un livello massimo di operatività, nell’arco delle 24 ore possono processare massimo 1500 tamponi”.
La fondazione GIMBE ha posto in evidenza come il numero dei tamponi effettuato ogni giorno, soprattutto in Calabria, sia molto esiguo rispetto alla quantità necessaria nella fase 2: “All’ASP di Cosenza abbiamo raccolto finora 2000 tamponi effettuati su persone rientrate in Calabria, ma una parte dovrà essere processata in Campania – afferma Zuccatelli – I laboratori della nostra regione sono ad un livello massimo di operatività, nell’arco delle 24 ore possono processare massimo 1500 tamponi”.
Poi, una riflessione sulla situazione sanitaria in Calabria: “Nella provincia di Cosenza il problema è nato dalle RSA, così come successo a Chiaravalle, ma il fenomeno di contagio non è minimamente paragonabile con quello che imperversa nelle regioni del Nord”.
Redazione Calabria 7