Si è svolta stamattina a Reggio Calabria la “passeggiata antiracket”, frutto della collaborazione tra il questore Maurizio Vallone e l’associazione “Libera”. La manifestazione itinerante si è snodata lungo le vie del centro in nove tappe presso esercizi commerciali i cui titolari si sono ribellati alle pretese estorsive del racket, con altrettante soste davanti ai negozi entrati nella rete di Libera “RLR – La libertà non ha pizzo”. La passeggiata, in via del Torrione, via Cattolica dei Greci, via Fata Morgana, Corso Giuseppe Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele, ha visto la presenza, oltre che del questore Vallone e del referente provinciale di Libera, Giuseppe Marino, anche del commissario straordinario per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Annapaola Porzio, del prefetto Massimo Mariani, del sindaco Giuseppe Falcomatà e dei vertici provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria.
“Bisognerebbe organizzare più manifestazioni di questo tipo – ha detto il prefetto Porzio – sono un messaggio di fiducia. Da parte mia sono orgogliosissima di essere qui questa mattina, tornerò tutte le volte che mi sarà richiesto perché bisogna far vedere agli altri, a quelli che ci recano questo genere di offese, alla criminalità organizzata, che noi ci siamo”.
“Bisognerebbe organizzare più manifestazioni di questo tipo – ha detto il prefetto Porzio – sono un messaggio di fiducia. Da parte mia sono orgogliosissima di essere qui questa mattina, tornerò tutte le volte che mi sarà richiesto perché bisogna far vedere agli altri, a quelli che ci recano questo genere di offese, alla criminalità organizzata, che noi ci siamo”.
“Oggi, i cittadini, le associazioni e le istituzioni – ha affermato il questore Vallone – sono qui per dire no alla ‘ndrangheta, no al pizzo, per il futuro di questa città. La Questura di Reggio Calabria sarà sempre al loro fianco, sarà sempre in prima fila come promotrice di questa manifestazioni per dimostrare, alla gente perbene che può avere fiducia nelle Istituzioni e nella stessa cittadinanza, e alla gente ‘per male’ che deve temere fortemente questo nuovo rigurgito di socialità”. (redazione calabria7)